Londra – Amy Winehouse, ritratto di famiglia

Libri, vestiti, cd, persino magneti da frigorifero. E soprattutto tante fotografie, inedite, dell’infanzia e dell’adolescenza. Così il Museo ebraico di Londra racconta la cantante Amy Winehouse, a due anni dalla sua scomparsa. “Amy Winehouse, a Family Portrait” il titolo dell’esposizione appena inaugurata, che rimarrà aperta fino al prossimo 15 settembre.
“Molti visitatori usciranno commossi” scrive il Guardian. E d’altra parte la storia di una star che con la sua musica ha conquistato il pubblico e fatto incetta di importanti riconoscimenti (nel 2006 vinse ben sei Grammy Award in una sola edizione con l’album “Back to Black”), ma scomparsa così giovane, a soli 27 anni, in seguito all’abuso di alcol e a un periodo difficile, non lascia facilmente indifferenti. Tanto più che nella mostra fondamentale è il contributo della famiglia, come spiega la curatrice Elizabeth Selby, non solo in termini di oggetti messi a disposizione, ma anche di narrativa, nel raccontare chi era Amy, al di là di tutto ciò che di lei hanno scritto i giornali “per darne un’immagine un po’ diversa”. Il legame con il fratello Alex per esempio, ma anche l’attaccamento suo e della famiglia all’identità ebraica londinese. Uno dei temi, ha sottolineato Alex, che spera questa esibizione possa mettere in luce.

(4 luglio 2013)