…cinematografia

In questi giorni l’attore Checco Zalone – al secolo Luca Pasquale Medici, un genio della comicità pugliese e grande interprete delle dinamiche legate all’integrazione Nord-Sud in Italia – sta girando un film a Padova, e in particolare fra le vie del ghetto. Si tratta di una location come altre, che nulla ha che fare con la vita degli ebrei. Capita così, solamente come spunto, di riflettere sulla singolare (quasi) assenza di prodotti cinematografici che riflettano sugli ebrei italiani e sulle loro vicende storiche. Tanti libri (anche romanzi di fiction), alcuni documentari incentrati prevalentemente sulla Shoah e la sua memoria, ma praticamente nulla di cinema fiction. L’unico prodotto di qualche livello – Il mercante di Venezia di Michael Radford con Al Pacino (2004) – in realtà ha più a che fare con Shakespeare che con gli ebrei: Shylock è un personaggio inventato (e un bel po’ negativo), e l’ambientazione nel ghetto di Venezia fa gioco al regista ma non è reale. Per il resto, il nulla. Eppure le vicende intriganti non mancherebbero. Per rimanere legati a Venezia, e Ferrara, ci sarebbe l’epopea di Doña Gracia Nasi, o la straordinaria vicenda di David Reubeni, storie che si intrecciano con la complessa vicenda dei Marrani. Già solo restando su queste due figure ne potrebbe uscire uno straordinario affresco storico che si interroga sulle identità miste, grande questione della modernità. Ma ci sarebbero molti altri personaggi o situazioni che affollano la storia ebraica della penisola: cabalisti mantovani o padovani, roghi di libri e dispute teologiche, storie di fantasmi e di fughe d’amore, l’affascinante storia della stampa ebraica e tanto ancora. Si può dire che ogni luogo ebraico in Italia racchiude una o più storie intriganti e sceneggiabili: ma non se ne fa nulla. Credo che non sarebbe un male cominciare a ragionare in questa direzione. Sarebbe un buon modo per strappare dall’immaginario collettivo la figura dell’ebreo sempre e solo legato alla persecuzione e alla Shoah, restituendolo alla vita reale e alla sua storia.

Gadi Luzzatto Voghera, storico

(5 luglio 2013)