Oltremare “Decimo: un castello sulla sabbia”
Ogni volta che a Tel Aviv càpito vicino a lavori stradali, mi fermo a notare quanto sottile è lo strato di manto stradale, e quanto poco si deve scavare perchè affiori la sabbia. Penso sempre a quando si studiava che le rovine di Troia erano state trovate sotto, mi pare, sei o sette stratificazioni di altri periodi storici, riconoscibili e databili. Da noi: sabbia. Non facilissima da datare. Ma la sabbia che trova il modo di emergere ci ricorda che questa città è stata costruita sulle dune allungate verso il mare che nel 1909 erano tutto il panorama del visibile, a nord di Jafo. E adesso sarebbe facile partire con la retorica del paese che abbiamo costruito a mani quasi nude, in meno di un secolo, largamente sul nulla (dune dorate e sassi).
Invece mi piace molto di più l’immagine di quel gruppetto di distinti signori europei che, nel 1909, vestiti in completi scuri del tutto incompatibili con la temperatura locale, se ne stanno radunati in una piccola massa informe in mezzo ad un mare di sabbia, coi cappelli inizio Novecento in testa, con i panciotti, e gli orologi d’oro appuntati al taschino. C’è un accenno di ironia nei loro sguardi, un misto di sfida e di troppe letture di romanzi d’avventura. Un ragazzino pesca una conchiglia bianca da un cappello, una grigia dal secondo cappello, e poi legge quel che c’è scritto sulle coppie di conchiglie ad alta voce: “Meir e Zina Dizengoff” e “Lotto 43” (di 66). Tutto qui. Ma davvero, tutto qui: dal concepimento, Tel Aviv ha il carattere pragmatico e diritto al risultato dei suoi sessantasei accaldati fondatori. Forse, dopo quei primi 66 palazzi lungo l’attuale Rothschild, la città si è imborghesita: ha perso qualcosa di quello sguardo ironico e adesso si prende un po’ troppo sul serio, con tutte queste arie di città che non dorme mai, e lungomare curato al millimetro da Bat Yam a Herzlyia. Ma basta piantare i piedi nella sabbia e alzare il naso verso la città, e quella foto sbiadita di inizio Novecento prende di nuovo vita. Grattacieli compresi.
Daniela Fubini, Tel Aviv – Twitter: @d.fubini
(8 luglio 2013)