Stoudemire, la stella della Nba che investe sul rilancio del grande basket a Gerusalemme
“Entusiasta di far parte della cordata che risolleverà l’Hapoel Gerusalemme”. Un tweet, una nuova avventura imprenditoriale per Amar’e Stoudemire. Tra i grandi nomi del basket Nba, l’ala dei New York Knicks entra nella società israeliana con il 60 per cento di quote. Una scelta apparentemente singolare: l’Hapoel è infatti squadra di media classifica in un campionato già di per sé poco allettante. Le prospettive di rilancio, a prescindere dalle dichiarazioni ufficiali, non così facili in un torneo da sempre dominato dal Maccabi Tel Aviv (59 edizioni disputate, 50 vittorie targate Maccabi). La domanda, tra Israele e Stati Uniti, è ricorrente: chi gliel’ha fatto fare? E ancora: perché proprio l’Hapoel? Business is business. Ma in questa decisione una parte rilevante la giocano anche gli affetti. E da quando Amar’e, segnato da un’infanzia di notevoli disagi e ristrettezze, ha preso consapevolezza delle proprie radici ebraiche non sono mancati interessanti risvolti in questo senso. Un primo viaggio in Israele per scoprire le proprie origini (estate 2010), lunghe soste a Gerusalemme, foto in pubblico con la kippah e con indosso i tefillin. Persino una stella di Davide tatuata sul braccio. Comportamenti talvolta eccessivi, ma valutati con favore dall’opinione pubblica israeliana che si è da subito affezionata al campione di Lake Wales. E così, mentre a Gerusalemme si festeggia, a Tel Aviv – tra i tifosi del Maccabi – il clima è apparentemente più mesto. Con questa acquisizione sembra infatti naufragare del tutto la possibilità di tesserare, un giorno, proprio Amar’e. Un progetto a lunga scadenza, soprattutto per il finale di carriera, ma non così lontano dal concretizzarsi in occasione del recente lockout Nba.
a.s – twitter @asmulevichmoked
(8 luglio 2013)