La guerra dell’ombretto
Studiosa di Talmud, 50enne, madre di famiglia, si trovò al centro dell’attenzione da subito, grazie al suo discorso di insediamento alla Knesset, quando invece delle solite parole si produsse in una lezione di Torah diventata rapidamente una hit su YouTube. Questa volta invece Ruth Calderon – eletta a gennaio nel parlamento israeliano per la lista Yesh Atid, una di 27 donne, molte più che in passato – ha scatenato un putiferio per motivi molto differenti. Durante una conversazione con alcuni membri del proprio staff avrebbe suggerito che dopo tante ore passate in aula, e con la necessità magari di presentarsi in televisione appena terminati i lavori parlamentari non sarebbe stato male avere a disposizione un locale dove potersi “dare una rinfrescata” e magari, visto che le donne elette sono parecchie, si sarebbero potute organizzare per condividere le spese di un truccatore. Parole poi confermate a Ynet, il sito israeliano di notizie, ribadendo come sia un’esigenza normale, che non implica nessuna voglia di spettacolarizzazione della politica. Le reazioni, ovviamente, sono state immediate e violentissime, e come facilmente prevedibile sui social media sono fioccati insulti e prese in giro – come la fotografia di Ruth Calderon orribilmente truccata subito fatta circolare – che non sono mancate neppure da parte degli oppositori politici. In effetti dati l’austerità, la severità dei piani economici, e i tagli consistenti non sorprende che l’idea che qualcuno pensi a “farsi bello” risulti particolarmente irritante agli israeliani, che non hanno tardato a reagire, come a febbraio, quando si è saputo che il premier Netanyahu e sua moglie lo scorso anno avrebbero speso circa 10mila dollari – di soldi pubblici – in truccatori e parrucchieri. Ma la situazione, nonostante l’argomento frivolo, può al massimo strappare un sorriso un po’ amaro, sia perché Ruth Calderon non è certo una persona che si perde dietro a un ombretto sia perché, come ha fatto immediatamente osservare un suo oppositore politico, “ci sono cose che non si possono nascondere con il trucco”.
Ada Treves twitter @atrevesmoked
(12 luglio 2013)