Quest’anno a Torino, l’anno scorso a Gerusalemme
Mentre inizio il digiuno mi torna in mente il Tishà BeAv dell’anno scorso. Il Kotel (il Muro del Pianto), tra la folla che aumenta di minuto in minuto (la mia idea di ricordare la distruzione del Tempio vicino agli ultimi resti del Tempio distrutto non era stata propriamente originale), tra religiosi e laici, chi pregava e chi fotografava, ma in qualche modo avevo la sensazione che una volta tanto tutti sentissero di avere qualcosa in comune. Alla tomba di Rachele (Geremia 31,14: Una voce si ode da Ramà, lamento e pianto amaro: Rachele piange i suoi figli, rifiuta d’essere consolata per i suoi figli perché non sono più. Così dice il Signore: “Trattieni la tua voce del pianto, i tuoi occhi dal versare lacrime, perché c’è un compenso per le tue pene …). O ancora all’Herodion (palazzo di Erode, luogo legato alla rivolta di Bar Kokhbà, sconfitto a Tishà Be-Av), con ragazzi provenienti da ogni parte del mondo seduti per terra a cantare kinot (lamentazioni).
Quest’anno sono a Torino, lontano dai luoghi in cui sono accaduti i fatti che commemoriamo, tra i bar e i ristoranti affollati di un quartiere che è divenuto centro della vita notturna cittadina. Eppure basta scendere le scale che portano al bet ha-keneset e ci si trova in un buio quasi perfetto, rotto appena dalle luci tremolanti delle candele che ciascuno usa per leggere, dove risuonano solo le lamentazioni. Anche questo è un luogo appropriato: se a Tishà Be-Av gli ebrei non fossero stati cacciati dalla Spagna forse oggi non vivrei qui; e poi è giusto ricordare l’esilio dal luogo dell’esilio. Allora il mio desiderio dell’anno scorso di un Tishà Be-Av nei posti “giusti” era stato solo una curiosità da turista? Forse, però mi ha permesso di condividere il digiuno con migliaia di persone che si trovavano nello stesso luogo per lo stesso motivo. In ogni caso il digiuno, come tutte le altre feste e ricorrenze, accomuna tutti dovunque si trovino, a Torino o a Gerusalemme. Anche se lo spazio ci divide, il tempo ci unisce.
Anna Segre, insegnante
(19 luglio 2013)