Israele – Rav Lau, il basket e un commento controverso
Il neoeletto rabbino capo ashkenazita di Israele David Lau si trova al centro di una polemica per un commento controverso. Il termine ebraico “kushim” (una parola colloquiale e dispregiativa per indicare le persone di colore) è stato utilizzato dal rav nel contesto di un appello per dissuadere i haredim dall’interessarsi alle partite di basket: “A chi interessa se questi kushim pagati da Tel Aviv battono i kushim pagati dalla Grecia?”. Rav Lau si stava rivolgendo a un gruppo di studenti della Beit Matityahu Yeshiva, dove lui stesso ha studiato, nel corso di un seminario a Modiin, e ha sottolineato come la vista di gruppetti di giovani haredim assiepati di fronte alle televisioni dei minimarket a guardare gli incontri è di grave danno per la battaglia volta a evitare il passaggio della legge per la coscrizione obbligatoria dei haredim. Il termine Kushi deriva dal personaggio biblico di Kush (figlio di Ham, figlio di Noè, da cui prese il nome l’area situata tra il sud dell’Egitto e l’odierno Sudan). Inizialmente usata nell’ebraico moderno per indicare genericamente le popolazioni di stirpe africana, la parola ha poi assunto una connotazione negativa.
“Noi siamo specialisti a trasformare un commento scherzoso in un affare di stato” ha rimarcato rav Lau in un’intervista alla Radio militare israeliana in seguito alle polemiche scaturite (dura in particolare la reazione dei deputati di origine etiope Penina Tamnu-Shata e Shimon Solomon). “Il senso del mio commento era chiaro, non perdete tempo davanti alla tv e andate a studiare Torah”.
(2 agosto 2013)