Israele – Virus poliomielite: vigilanza, ma nessun allarme
All’inizio era solo una voce, che parlava di poliomielite in Israele, ed era preoccupante come tutte le voci che circolano senza fonti certe, senza dare dati precisi e senza essere passate al vaglio di un esperto. Poi ci sono stati i primi comunicati ufficiali e la presa di posizione dei due ministeri della salute, israeliano e italiano e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha aggiornato il livello di rischio, aumentandolo, da basso, a moderato, a alto.
Sì, in Israele è presente il poliovirus di tipo 1 (WPV1), ma il ministro della Salute israeliano, Yael German, ha sottolineato con fermezza che non c’è alcun motivo di lasciarsi andare al panico, e ha ribadito che sino ad ora non c’è stato nessun caso clinico di poliomelite. E in effetti Israele è uno dei pochissimi stati (cinque in tutto il mondo) che fanno un controllo regolare sulle acque nere così già a febbraio il virus, vivo, è stato trovato durante un controllo di routine negli scarichi fognari di Rahat. Era dal 2002 (anno in cui anche l’intera area europea è stata dichiarata polio-free dall’OMS) che non c’erano tracce del virus della poliomielite nel paese e ora, fin dalla prima segnalazione della sua comparsa, sono in corso delle approfonditissime ricerche sia epidemiologiche che sulla salute pubblica, che agiscono sia cercando attivamente casi anche solo potenziali di poliomielite che persone che non siano immunizzate.
Dopo un primo allarmismo, insomma, e anche grazie alla comunicazione ufficiale del ministero della Salute israeliano datata primo agosto, la situazione che pure è attestata dall’OMS e dal ministero come corrispondente a un rischio fra moderato e alto si può dire che sembra essere sotto controllo. Il livello di immunizzazione della popolazione israeliana è altissimo: il 98,5 per cento degli adulti è dotato degli anticorpi antipolio e la popolazione infantile è vaccinata; ci sono alcune aree specifiche in cui si concentranogruppi di popolazione a tasso di immunizzazione minore, e fra di loro è in atto una campagna che – per esempio – si giova anche dell’appello di molti rabbini della comunità haredì, dove il tasso di immunizzazione parrebbe essere minore, a spingere tutti a verificare che i bambini siano vaccinati, o a farli vaccinare.
Israele ha ordinato circa un milione di dosi del vaccino (la forma viva, attenuata) per somministrazione orale, mentre il ministero continua il monitoraggio e la presenza del virus è stata confermata anche nelle acque nere di Lev Hasharon, Modi’in, Ramle, Be’er Sheva, Ashdod e anche Tel Aviv.
Ma è importante sottolineare che – come riporta anche il comunicato del ministero della Salute israeliano – l’Organizzazione Mondiale della Sanità non ha lanciato nessun allarme rivolto a chi viaggia in Israele, e non consiglia specificamente ai turisti di farsi sottoporre a una vaccinazione antipolio.
Il ministero italiano ha una visione più allarmistica, che rientra in una prassi abbastanza consolidata nel nostro paese e che ha provocato in passato critiche anche forti per alcune posizioni non condivise dalla comunità scientifica internazionale, e raccomanda “la somministrazione di una ulteriore dose booster prima della partenza”, indicando anche quale tipo di vaccino va usato (“Il vaccino di scelta per la dose booster è il vaccino antipoliomielitico inattivo tipo Salk o IPV”). Per chi non è vaccinato o lo è in maniera incompleta o ignora il proprio stato vaccinale si raccomanda come opportuna “l’effettuazione di un ciclo vaccinale completo a 3 dosi di IPV”.
Il dottor Massimo Coen, infettivologo all’ospedale Sacco di Milano, pur definendo la posizione del ministero italiano “prudenziale” – spiega che il rischio effettivo di contrarre la poliomielite andando in Israele è davvero bassissimo – consiglia comunque di seguire le raccomandazioni: “il 94 per cento della popolazione italiana è vaccinata, ma le indicazioni dell’OMS sono ambigue, non è chiaro se fanno riferimento alla profilassi da seguire per viaggi in aree dove è presente la malattia o includono Israele, e non ha senso rischiare quando una dose di vaccino antipoliomielitico inattivo non ha nessuna conseguenza negativa”.
Il consiglio è di partire sereni, senza fare sciocchezze ma ricordando anche che se in Italia venissero fatti gli stessi controlli sulle acque nere che sono portati avanti come prassi normale in Israele non è possibile escludere si arriverebbe anche qui al ritrovamento del poliovirus. E, comunque, l’obiettivo di debellare definitivamente la poliomielite entro il 2000, un vecchio progetto dell’OMS, pare proprio essere fallito.
Ada Treves twitter @atrevesmoked
(2 agosto 2013)
Riproponiamo di seguito la lettera del Ministero della Sanità israeliano in formato integrale:
Jerusalem, August 1, 2013
Re: The finding of Wild Polio Virus in the sewage sampling in the south of Israel
In June, 2013, routine environmental sampling of sewage in Israel identified wild poliovirus 1 (WPV) in Israel’s southern district. Revisiting of earlier samples determined that the virus has been circulating in that area since February 2013. No clinical cases of polio have been diagnosed, despite aggressive active surveillance. The high level of vaccine coverage has allowed health authorities a window in which to assess the situation and prepare an appropriate response. Israel is one of the few countries in the world to perform routine sewage surveillance for the last 25 years; had such a situation developed in a country not performing environmental surveillance it would have remained entirely unnoticed.
In June of this year, upon the detection of WPV, the Ministry of Health immediately requested a WHO/CDC expert delegation to assess the polio situation. After visiting on-site and meeting with Ministry of Health leadership the delegation made their recommendations, and the following actions have been taken:
• Intensify environmental monitoring and extend it to other areas of the country
• Perform active outreach to bolster already high routine childhood immunization
• Conduct a survey of stool samples to characterize those excreting WPV
• Call for Israeli residents to observe general hygiene and hand washing practices
• Plan in the near future a bOPV (Oral Polio Vaccine) supplementary immunization campaign among infants and children, probably of ages 0-9 not previously vaccinated with oral polio vaccine, with the aim of increasing mucosal immunity levels and disrupting the spread of WPV.
As seroprevelance studies (meaning the frequency of individuals in a population that have antibodies to polio in their blood) have shown very high immunity levels among adults (98.5%), no recommendation have been made to vaccinate older populations in Israel.
Importantly, the WHO has not issued any travel warning, nor has polio vaccination of tourists been specifically recommended.
Israel’s response to the detection of WPV is advised by the country’s leading experts in infectious diseases, pediatrics and public health, and is orchestrated by the Minister of Health and the Director General of the Ministry of Health. The Ministry of Health remains in constant contact with WHO regional representatives, who are consulted on and advised of all major developments. Further, the ministry maintains ongoing contact with the Israeli media and professional health associations in order to best communicate the risks and responses to the Israeli public and health professionals. The Israeli Ministry of Health continues to monitor the situation closely, and remains poised to respond to any further developments.
I am at your service for any further questions,
Prof. Alex Leventhal
Director, Department of international Relations