“Kaveret, significa alveare ma è una band”
Traffico micidiale, tutta Tel Aviv nord è un immenso pkak (ingorgo: bell’onomatopea, trovo). Ai bordi del Park HaYarkon i pedoni vanno parecchio più veloci delle macchine, e se la prendono anche calma. Entrata ai cancelli alle 18:30, un’afa da sfiancare anche i quindicenni, quasi due ore e mezza di attesa in mezzo a 50.000 spettatori, in piedi naturlamente. Il volume del sudore prodotto potrebbe tenere vivo il verde del parco per una settimana.
Tutti qui a vedere una band rock, oppure pop, oppure no, non è chiaro, attiva fra il 1973 e il 1977. Sul serio. Il più giovane sul palco ha 62 anni, il più vecchio credo 64. E certo, si sono conosciuti tutti e sette durante il servizio militare, logico che abbiano la stessa età. Questa è probabilmente la loro ultima riunione, tutti attempati e più che di successo, ciascuno con la sua carriera di solista dopo il ’77.
Il giorno stesso del concerto si libera un biglietto (erano stati venduti tutti e 50.000 in meno di un’ora, un mese fa), decido che vado, e parto all’avventura con amici già muniti di biglietti. Perchè non è una band qualunque – non è neanche Arik Einstein (che se ritornasse a cantare ne riempirebbe ancora oggi dieci, di Park HaYarkon), ma l’attesa premia, si sa.
E’ la mitologica (in senso letterale) Kaveret, la band che fa cantare tutto il santo popolo d’Israele all’unisono, parola per parola, tutte le canzoni del repertorio. Intorno a me c’è un mare tranquillo e sorridente di israeliani con kippà e senza, dagli zero agli ottant’anni, famiglie di tre generazioni compatte, e cantano tutti dall’inizio alla fine del concerto. C’è da domandarsi se siano venuti ad ascoltare o a farlo loro, il concerto. I più preparati sono gruppetti di teen-ager che non smettono di saltellare, mai. La cosa buffa è che canto anch’io. Grazie a radio Galgalaatz, la radio più nazionalpopolare che ci sia, le canzoni della Kaveret le ho imparate anche io, senza saperlo.
Quando si dice l’osmosi.
Daniela Fubini, Tel Aviv – Twitter: @d_fubini
(12 agosto 2013)