Israele – Book Law, la nuova legge che favorisce libri e autori
Tre anni di trattative e negoziazioni per arrivare alla prima approvazione di una legge non sono pochi, ma il risultato ha avuto grande eco, e dopo il primo voto positivo alla Knesset – all’unanimità – della “Book Law” il ministro della Cultura Limor Livnat ha dichiarato che “questo è un giorno importante per la cultura israeliana, ed è un giorno importante per tutto il pubblico israeliano, che potrà così godere della grande varietà della nostra letteratura”. Sono diversi i principi stabiliti da questa nuova legge, che dovrebbe dare sollievo al mercato editoriale israeliano, proteggendo gli autori, infrangendo l’attuale duopolio attuale che pone qualche freno alla libera concorrenza e regolando gli sconti sul prezzo di listino. Per arrivare a questo risultato è notevole che tutti i partiti abbiano dato il loro apporto, cosa che spiega i tempi lunghi per arrivare alla presentazione e anche il voto unanime. I risultati sono stati tali da far affermare al ministro che “ci sono momenti in cui non c’è scelta: il governo deve intervenire per salvare la cultura di Israele.” Il ministero ha inoltre ottenuto l’istituzione di numerosi nuovi premi per autori esordienti, per giovani poeti e anche per gli editori, che dovranno fare – letteralmente – i conti con la nuova legge. Dovrà essere raggiunto un accordo fra editori e rivenditori sulla politica di promozioni e sconti sui prezzi, che comunque non potranno essere applicati nei primi 18 mesi di vita di un libro, periodo in cui il prezzo sarà quello di listino tranne che, comprensibilmente, durante la Hebrew Book Week. E saranno regolamentati anche i diritti d’autore: sia nei primi 18 mesi di vita di un libro, durante i quali gli autori israeliani riceveranno almeno l’8 per cento del prezzo di listino (IVA esclusa, e per le prime 6mila copie, che diventa il 10 per cento dalla copia successiva) che per il periodo successivo. La legge, chiamata Book Law o anche French Law per l’evidente influenza della legislazione francese approvata da poco, avrà effetto fra circa sei mesi, e dovrà essere confermata dalla Knesset fra tre anni; nel frattempo l’EconomicsCommittee della Knesset si occuperà di monitorarne l’implementazione. E poiché “Un libro non è solo un altro prodotto di consumo, bensì un tesoro culturale” (sono ancora parole di Limor Livnat, ministro alla Cultura) un’altra novità riguarderà il comportamento nei confronti degli acquirenti: vietare ai rivenditori di favorire una casa editrice rispetto a un’altra anche nella disposizione sugli scaffali, o di promuovere specificamente alcuni libri e vietare alle librerie di assegnare dei bonus ai dipendenti che raccomandano specifici titoli ha un senso preciso. Il conflitto di interessi e la scarsa indipendenza dovuta all’assetto societario che lega la catena di librerie Tzomet Sfarim e la casa editrice Kinneret Zmora-Bitan Dvir e il rapporto strettissimo fra le librerie Steimatzky e la casa editrice Yedioth Sfarim non è passato inosservato, e con la nuova legislazione la competizione non potrà che essere più equa, a vantaggio di tutti.
Ada Treves twitter @atrevesmoked
(14 agosto 2013)