Israele – Un luglio da record per il turismo
Non si arresta il trend positivo dell’industria del turismo israeliana. Sono stati 246mila i visitatori entrati nello Stato ebraico durante il mese di luglio, il 2 per cento in più rispetto allo stesso periodo nel 2012 e il 4 per cento in più rispetto al 2011. Un dato che si inserisce in una crescita costante da alcuni anni a questa parte. Il 2012 infatti ha registrato la presenza di 2,9 milioni di turisti, escludendo coloro che sono transitati da Israele per meno di 24 ore, con un incremento del 2 per cento rispetto all’anno precedente. E tuttavia molto rimane da fare per soddisfare l’obiettivo posto dal precedente ministro del Turismo Stas Misezhnikov di raggiungere i cinque milioni annui di viaggiatori entro il 2015 o addirittura triplicare i numeri attuali entro il prossimo decennio, come auspicato nelle scorse settimane dal premier Benjamin Netanyahu in occasione di una conferenza dedicata al tema.
A offrire un’analisi dei fattori di debolezza del sistema attuale interpellato dal quotidiano Haaretz, è stato Yossi Fattal, a capo della Israel Tourist and Travel Association. Innanzitutto, Fattal segnala come la stragrande maggioranza di visitatori partecipi a viaggi di gruppo. “Il viaggio individuale è più vario rispetto alle mete prescelte, si distribuisce lungo tutto il corso dell’anno, ed è più stabile rispetto al turismo di gruppo, che è molto influenzato dagli eventi politici e da ciò che riportano i media” spiega, sottolineando inoltre come il turismo individuale rappresenti anche un sostegno ai siti fuori dai circuiti principali, che non vengono mai toccati dai gruppi.
Un altro elemento fondamentale messo in luce da Fattal è rappresentato dagli eccessivi costi di viaggio. “Per aumentare il numero di turisti in Israele è necessario innanzitutto aumentare il numero di posti letto a disposizione e dunque costruire alberghi, ma soprattutto offrire stanze a prezzi accessibili”. Mentre, almeno sul fronte dei voli, la firma negli scorsi mesi dell’Accordo Cieli aperti con l’Unione europea, che apre il mercato aereo israeliano a una maggiore concorrenza, già promette di cambiare qualcosa: volare low cost a Gerusalemme dall’autunno non sarà più un sogno.
Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked
(21 agosto 2013)