…Siria
Non riesco a vedere una ragione sensata per giustificare oggi un intervento militare come quello che si sta prospettando in Siria. Dopo due anni di massacri e oltre centomila morti, non so dare all’uso di armi chimiche il bollino di “linea rossa” inaccettabile. I morti dei due anni precedenti erano più accettabili? Ma – si dice – questo intervento vuole essere un segnale a tutte quelle potenze militari che dispongono di armi chimiche e che potrebbero pensare di utilizzarle. Ineccepibile ragionamento di geopolitica, che tuttavia cozza contro l’evidenza che un missile americano (o inglese, o francese, o turco) sganciato oggi in Siria equivale ad accendere una sigaretta mentre si fa il pieno di benzina. Non so dire quali saranno le conseguenze in generale (sicuramente attentati in tutto il mondo, lanci di missili su Israele et similia), ma nell’immediato sarà inevitabile una crescita abnorme della tensione in tutta l’area mediorientale con la conseguente sospensione dei negoziati di pace israelo-palestinesi, così faticosamente riesumati. In tutto ciò risultano sempre più evidenti due elementi che comunque vada cambiano gli scenari futuri: 1. Il conflitto israelo palestinese diventa sostanzialmente irrilevante e come tale verrà valutato in futuro dalle diplomazie internazionali. Un conflitto che dura da decenni, ma che paradossalmente viene recepito come endemico e “accettabile”. Non fa più paura (e in effetti ha prodotto un numero di vittime incommensurabilmente minore di quante non si registrino nei diversi conflitti mediorientali). 2. Israele diventa sostanzialmente irrilevante dal punto di vista geopolitico. Non sembra che le diplomazie occidentali si siano spese un granché per valutare le conseguenze che un bombardamento in Siria avrebbe su Israele. Sono più impegnate (in particolare la Francia, che sembra non imparare dalla lezione della storia) a ribadire la propria giurisdizione storico-coloniale su aree una volta sotto il loro controllo. Sullo sfondo viene lasciata l’impossibile normalità della guerra, cui sembrano condannate le popolazioni mediorientali, che sono quelle che pagano veramente il prezzo (peraltro esorbitante) dei missili che partiranno in queste ore.
Gadi Luzzatto Voghera, storico
(30 agosto 2013)