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Il muro del pianto è il luogo di preghiera più importante per tutti gli ebrei. Fede, cultura e storia si ritrovano tutte nel Muro Occidentale, in quella mescolanza che rende la terra d’Israele così unica. Visitatori di ogni tipo (religiosi e laici) avvertono, in questo luogo, un legame speciale. Il muro del pianto, almeno fino ora, è stato sempre considerato un luogo di culto ortodosso. Pertanto le regole ivi vigenti sono le stesse che si ritrovano in un Beth HaKneseth ortodosso, nel quale, appunto, sarebbe difficile immaginarvi la partecipazione alla preghiera da parte di gruppi ebraici non ortodossi. La soluzione proposta dal Ministro degli Affari Religiosi è quella di ridefinire gli spazi di fronte al muro, cercando di assegnare ad ogni sensibilità religiosa uno spazio di preghiera specifico. Accolgo con piacere la notizia che il Ministro ha aperto una nuova area di fronte al Kotel, nella parte vicino al Davidson Archaeological Park of Jerusalem, la quale potrà essere liberamente utilizzata da un pubblico misto di ebrei riformati o conservativi. Questo pone fine alle varie polemiche. Esistono quindi due “Batei Knesseth” davanti al Kotel: un area ortodossa divisa tra uomini e donne, e un’aria mista per i non ortodossi, aree rispettivamente non contigue, ma separate entrambe dalla rampa d’accesso alla spianata.

Paolo Sciunnach, insegnante

(13 settembre 2013)