Rav Ovadia Yosef (1920-2013)
“Il popolo d’Israele ha perso uno degli uomini più saggi di questa generazione”. Così il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha commentato la scomparsa di rav Ovadia Yosef, leader spirituale dell’ebraismo sefardita, avvenuta all’età di 93 anni questa mattina a Gerusalemme e dovuta alle gravi condizioni di salute nella quali versava da qualche mese. Figura decisiva della politica israeliana, leader del partito ultraortodosso Shas, ex rabbino capo sefardita di Israele, e vincitore del Premio Israele nella categoria degli studi di Torah, rav Ovadia Yosef è considerato una delle voci più autorevoli del mondo contemporaneo in materia di halakhah. Nato a Baghdad nel 1920, all’età di quattro anni si trasferì a Gerusalemme, dove mostrò subito la sua predisposizione allo studio della Torah alla Yeshivat Porat Yosef. Nel 1940, all’età di vent’anni ricevette il titolo di rabbino dall’allora rabbino capo sefardita della Palestina Ben-Zion Meir Hai Uziel. Nel 1947 si trasferì al Cairo per esercitare la funzione di capo del tribunale rabbinico, ma il suo soggiorno in Egitto durò solo due anni a causa di dissensi con la comunità locale. Tornato in Israele iniziò a lavorare come dayan al tribunale rabbinico di Petah Tikvah. Nel 1973 fu nominato rabbino capo sefardita d’Israele accanto al rabbino ashkenazita Shlomo Goren, col quale non mancarono le dispute. Il maggiore degli obiettivi di rav Ovadia Yosef è stato infatti quello di riabilitare l’ala sefardita all’interno dell’ebraismo e della società del paese, scontrandosi per questo con la maggioritaria componente ashkenazita. In particolare, fra le altre cose stabilì che gli appartenenti a un gruppo di etiopi conosciuto come Falash Murah erano a tutti gli effetti ebrei, consentendo così alla comunità africana di immigrare in Israele in virtù della Legge di ritorno. Terminato il suo incarico di rabbino capo, oggi ricoperto da suo figlio Yitzhak Yosef, continuò nel suo ruolo di dayan del Tribunale rabbinico. Ma i grandi cambiamenti socio-culturali apportati da rav Ovadia Yosef non si sono limitati al solo ruolo di capo religioso, ma si sono sempre intrecciati con la sua fervente attività politica. Fu leader del partito Shas, che servì come spinta rivoluzionaria non solo per la situazione politica della popolazione appartenente all’ebraismo sefardita in Israele, ma anche per la sua cultura religiosa. Shas ha portato i valori dell’ortodossia sefardita al centro del dibattito del paese a più riprese, a discapito del tradizionale atteggiamento di rifiuto della maggioranza ashkenazita. Le opinioni di Ovadia Yosef anche in politica interna ed estera sono diventate sempre più influenti e decisive per la storia israeliana. Attorno alla sua figura si crearono però anche molte polemiche, sia per i suoi insegnamenti rivoluzionari in materia di halakhah, sia per alcune dichiarazioni piuttosto dure nei confronti dei suoi avversari politici. Il suo funerale avrà luogo questa sera, mentre in migliaia stanno raggiungendo in queste ore Gerusalemme per compiangere il maestro. “Rav Ovadia è stato un gigante in campo biblico e halakhico e un mentore per centinaia di migliaia di persone”, ha sottolineato Netanyahu. “ha lavorato incessantemente per glorificare il patrimonio ereditario israeliano, ma allo stesso tempo il suo insegnamento rabbinico tenne in considerazione il cambiare dei tempi e il rinnopvarsi della presenza ebraica nello Stato d’Israele”.
Francesca Matalon
(7 ottobre 2013)