Qui Parma – Palatina e Biblioteca d’Israele, alleanza sui preziosi manoscritti
La punta di diamante è una commovente Mishna vergata intorno al 1073, la seconda più antica al mondo (nell’immagine), ma la collezione della Biblioteca Palatina di Parma comprende oltre 1600 esemplari, cinquecento biblici, duecento miniati. Grazie a un accordo siglato tra l’istituzione emiliana e la Biblioteca nazionale israeliana, presto quei manoscritti saranno a disposizione degli studiosi di tutto il mondo, con la completa digitalizzazione in alta risoluzione.
L’idea di riunire tutti i testi ebraici antichi esistenti fu avanzata da David Ben-Gurion nel 1950. Consapevole che il neonato Stato di Israele non poteva certo permettersi di acquistare, optò per la raccolta di fotografie e microfilm, della qualità migliore possibile. Oggi la Biblioteca possiede le repliche di oltre il 90 per cento dei manoscritti conosciuti, e la sfida è anche quella di rinnovare le più antiquate, beneficiando delle nuove tecnologie. “L’intero patrimonio culturale ebraico in un’unica stanza” sottolinea Aviad Stollman, responsabile del progetto, al Times of Israel. Anche per la Palatina, che nel 2012 è stata chiusa dopo un incendio causato da un corto circuito e che ora lotta per raccogliere i fondi per riaprire al pubblico, un’opportunità importante, come ha sottolineato la direttrice Sabina Magrini.
“Ciò che fanno le biblioteche è mettere le persone in rete, dare vita a relazioni tra cataloghi e banche dati, offrire strumenti di lavoro, oltre agli stessi libri. Un tempo si faceva con carte e pergamene, oggi, nell’era di internet è tutto più efficiente e diffuso, ma la nostra funzione non è cambiata. Continuiamo a creare legami tra studiosi, lettori, e oggetti”.
Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked
(15 ottobre 2013)