azioni…

All’inizio della parashà Avrahàm accoglie gli ospiti, un’accoglienza straordinaria in cui Avrahàm corre da una parte all’altra per occuparsi degnamente di queste persone. A un certo punto dice: “Si prenda un po’ d’acqua”. I Chakhamìm deducono da queste parole che Avrahàm ordina a qualcun altro di prendere l’acqua. Essi dicono che ogni azione di Avrahàm verrà ricompensata con miracoli di cui beneficerà il popolo ebraico. Avrahàm dà da bere ai suoi ospiti e il popolo ebraico avrà l’acqua nel deserto. Ma, visto che Avrahàm offre l’acqua attraverso un intermediario, anche il miracolo dell’acqua nel deserto avverrà attraverso un intermediario. Ci si riferisce all’episodio in cui Moshè batte sulla roccia facendo sgorgare l’acqua. Questo episodio però avrà anche un importante conseguenza negativa. Moshè compie un peccato e a causa di questo non potrà condurre il popolo ebraico in Israel. Tutto ciò cambierà radicalmente la storia ebraica successiva. Rav Shlomo Wolbe dice che il messaggio del midrash è il seguente: ogni azione ha conseguenze a lungo raggio. Con ogni azione viene piantato un seme e questo seme produrrà dei frutti. Tutto ciò, se da una parte ci comunica la straordinaria importanza delle azioni di un essere umano, dall’altra induce un certo timore.

Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano

(18 ottobre 2013)