Dialogo, la diplomazia inciampa
Secondo notizie di stampa diffuse in Israele, papa Francesco avrebbe rinviato a data da destinarsi l’incontro col primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. Quest’ultimo aveva già annunciato che avrebbe incontrato il papa nei prossimi giorni, durante la sua visita a Roma. Dobbiamo riflettere su quanto è avvenuto, ma ci è difficile stabilire se il malinteso sia dovuto alla segreteria del primo ministro o invece al Vaticano. L’8 ottobre il pontefice aveva ricevuto il presidente della Knesset (il Parlamento israeliano) il quale aveva illustrato l’importanza di una soluzione diplomatica per la questione nucleare iraniana. Il papa dal canto suo aveva chiesto come procedano i negoziati con l’Autorità palestinese. Successivamente Francesco ha ricevuto il presidente della stessa Autorità palestinese, Abu Mazen. Ora invece ha rinviato l’incontro con Netanyahu mentre il premier avrebbe voluto chiarire i dettagli della prossima visita papale in Israele, visita che non è stata ancora annunciata ufficialmente. Questioni di protocollo? O piuttosto una procedura rapida da parte d’Israele che avrebbe annunciato la visita prima di aver ricevuto l’approvazione del Vaticano? Da mesi e mesi il Ministero degli Esteri israeliano è privo di un titolare e questo non migliora la situazione determinata dalla scarsa importanza che il primo ministro accorda al ministero degli Affari esteri. Anche il protocollo ha la sua importanza e va rispettato. In diplomazia si preferisce procedere a passi felpati piuttosto che con la corsa dei bersaglieri.
Sergio Minerbi, diplomatico
(22 ottobre 2013)