Oltremare – “Cartina in mano”

fubiniCartina in mano e naso in aria, perduti nel centro di Tel Aviv. Coppia di mezza età vestita di bianco quasi integrale: basandomi su nasi e avambracci parecchio arrossati mi rivolgo in inglese. Persi? Si. (Sorrisi tra l’imbarazzato e il grato.) Dove volete arrivare? Al Dizengoff Center. Ah, beh, siete su King George, ci arrivate anche se non volete…
Non capita spesso, a dire il vero: Tel Aviv è come Torino e come Manhattan, è quasi a quadretti qui in centro. Perdersi è proprio difficile.

Questo incontro mi ha fatto pensare ad un pattern strettamente personale: ho la forte tendenza a vivere in città amate dai turisti. Sarà la discendenza materna da Venezia (semplificando molto, perchè come discendenza ci sarebbero da aggiungere Ferrara e Padova almeno, molto meno centrali nel viaggio “tutta Europa in 7 giorni” del tipico giapponese). O al contrario, l’esser cresciuta in una Torino ancora pre-turistica, con quella cappa grigia che adesso finalmente è stata sollevata. Negli anni Ottanta e Novanta Torino era l’ultimo posto dove un turista poteva portare il proprio desiderio di bellezza, storia e cultura. Oggi, è la città ideale per tutte e tre le cose.

In Israele, dopo l’aliyah e i primi mesi in cui spesso si gira il paese in lungo e in largo, si smette poi a poco a poco di sentirsi turisti, e si diventa qualcosa di simile alle Giovani Marmotte. Piccoli esploratori del nostro stesso paese. Ogni luogo è nuovo ma è anche casa, come ci fossimo sempre stati; e lo si guarda con l’attenzione del neofita assieme alla confidenza del veterano.

I turisti – australiani – erano qui per un matrimonio, cosa sempre più comune in Israele. Dopo la fine della seconda intifada, siamo diventati una meta festaiola, quaggiù. Aerei interi di visitatori occasionali si posano, festeggiano matrimoni, anniversari importanti, bar mizva, e poi ripartono carichi di souvenir, album di foto già online, e una qualche opinione di Israele, speriamo buona. Di certo, ripartono con una cera migliore, che li metterà di buon umore all’arrivo.

Daniela Fubini, Tel Aviv – Twitter @d_fubini

(4 novembre 2013)