Accordo sul nucleare iraniano – Obama tenta di rassicurare
Una telefonata per rassicurare l’alleato israeliano sulla questione Iran e il mistero di un incontro settembrino. Dopo le parole di forte irritazione del premier Benjamin Netanyahu per le notizie provenienti da Ginevra, il presidente Usa Barack Obama ha telefonato ieri in serata al primo ministro israeliano, ribadendo l’impegno americano nel salvaguardare la sicurezza di Israele. A 24 ore, dunque, dall’accordo tra i 5+1 (i cinque membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, e Regno Unito, più la Germania) e l’Iran, Obama cerca di riallacciare i rapporti con un Netanyahu fortemente preoccupato, che si è sentito messo a margine di una questione centrale per la sicurezza nazionale israeliana. L’Associated Press rivela, però, che il primo ministro era stato informato a fine settembre dal presidente americano sull’avvio di un linea segreta di negoziati con il nuovo presidente iraniano Hassan Rouhani. Era il 30 settembre, il giorno dopo Netanyahu tenne un discorso pubblico, attaccando frontalmente l’Iran e sostenendo che Rouhani era “un lupo nelle vesti di pecora”. Secondo quanto riporta la stampa israeliana, quando nella sala ovale della Casa Bianca gli veniva rivelato che erano stati avviati i contatti con Teheran per cercare di fermare il progetto nucleare, Netanyahu avrebbe reagito criticando la strategia americana. Una strategia che ha portato ai malvisti -per parte israeliana – accordi di Ginevra in cui Teheran si sarebbe impegnata a congelare il proprio programma nucleare, a fronte di un alleggerimento parziale delle sanzioni internazionali a suo carico. “Non è un accordo storico, è un errore storico”, il giudizio del premier israeliano, preoccupato per una fiducia che, a suo giudizio, l’Iran non merita. Per cercare di distendere il clima, mai così teso tra Israele e Stati Uniti, il presidente Obama ha ribadito a Netanyahu che in nessuna circostanza permetterà all’Iran di dotarsi di un armamento nucleare. Altra promessa, un maggiore coinvolgimento nei future negoziazioni con Teheran. Una telefonata lunga, riportano fonti diplomatiche americane, per parlare per la prima volta in maniera ufficiale – secondo la diplomazia Usa – dell’accordo di Ginevra. Evidentemente non la prima, per le modalità con cui arrivare a questo accordo.
“Coerentemente con il nostro impegno a consultarci con i nostri amici israeliani, il presidente ha detto al primo ministro che vuole che Stati Uniti e Israele avviino immediatamente le consultazioni in merito ai nostri sforzi per negoziare un accordo completo”, è quanto si legge in una nota della Casa Bianca. “Il presidente ha sottolineato – continua la nota -che gli Stati Uniti rimarranno fermi nel loro impegno verso Israele, il quale ha delle buone ragioni per essere scettico sulle intenzioni dell’Iran”. Prove di disgelo tra alleati storici dunque, con Obama a tendere la mano e a promettere una maggiore collaborazione con il governo israeliano. Netanyahu non aveva nascosto la sua rabbia per un iter di negoziati che aveva visto Israele relegato nel ruolo di comprimario e in parte tenuto all’oscuro dell’avanzamento degli accordi. “Oggi il mondo è un luogo più pericoloso – affermava ieri il premier israeliano – perché il più pericoloso dei regimi ha compiuto un passo significativo verso l’obiettivo di acquisire la più pericolosa delle armi”.
Daniel Reichel
(25 novembre 2013)