La minaccia iraniana
La notizia dell’accordo raggiunto da Stati Uniti ed Europa da una parte, e Iran dall’altra, a proposito della questione del nucleare iraniano è stata rilanciata dalla radio israeliana già dalle prime ore del mattino. Contemporaneamente è emerso il fatto che l’intesa è stata preceduta da una serie di conversazioni segrete tra Stati Uniti e Iran. Sembra evidente che l’ansia di Obama per arrivare a un accordo fosse almeno pari a quella degli iraniani. I negoziati proseguivano da mesi e probabilmente Israele è stata messa al corrente già nel settembre scorso. Questo non diminuisce lo scacco a Benjamin Netanyahu, che si trova ora di fronte all’alternativa di ingoiare il rospo, o di parlare apertamente contro Obama, oppure di fare entrambe le cose. Pare che nell’agosto scorso il presidente iraniano Hassan Rohani, salendo al potere, abbia sondato l’amministrazione americana circa le possibilità di un accordo. Oggi questo accordo è stato raggiunto a Ginevra: esso prevede aiuti economici all’Iran per sette miliardi di dollari, la cessazione delle sanzioni economiche (che evidentemente sono state efficaci), e la prospettiva che svaniscano le minacce di un’azione armata israeliana o americana.
Il presidente Obama avrebbe informato il premier israeliano Netanyahu già il 30 settembre scorso a Washington. Questi reagì l`indomani alle Nazioni Unite, ma ormai non si poteva più arrestare la corsa americana.
Netanyahu ha replicato oggi all’accordo affermando: “Questa è la prima volta che una delle maggiori potenze mondiali ha ammesso l’arricchimento dell’uranio da parte dell’Iran, ignorando le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, e anni di sanzioni. Queste sanzioni sono state ora rimosse in cambio di concessioni puramente estetiche dalle quali l’Iran può retrocedere nel giro di qualche settimana. Si noti che Israele non è vincolata da questo accordo, mentre l’Iran vuole distruggere Israele. Israele ha il diritto di difendersi da qualsiasi minaccia. Voglio ripetere, come primo ministro, che Israele non permetterà all’Iran di sviluppare l’arma nucleare. È uno sbaglio storico”.
Gli iraniani stessi fanno notare come “il diritto dell’Iran ad arricchire l’uranio, è stato ammesso dalle potenze mondiali nell’accordo raggiunto”.
L’intesa firmata a Ginevra sarà in vigore solo per sei mesi e rimane quindi aperta la strada a ulteriori negoziati.
Personaggi israeliani non secondari come Shaul Mofaz del partito Kadima, e Nahman Shai del Partito laburista, hanno trovato anche degli elementi positivi negli accordi con l’Iran.
Sergio Minerbi, diplomatico
(24 novembre 2013)