Israele-Vaticano – Un dono oltre le apparenze
Dell’incontro tra Benjamin Netanyahu e Jorge Bergoglio hanno fatto il giro del mondo le fotografie che ritraevano i due accanto allo scintillante candelabro a otto braccia donato dal premier israeliano in omaggio alla festa di Chanukkah in corso in questi giorni. Ma a conquistare i titoli è stato un altro dei regali offerti al pontefice: un libro dedicato all’Inquisizione spagnola del XV secolo. Ovvero a quello che è considerato uno dei periodi più bui della persecuzione antiebraica per mano della Chiesa, culminato con torture, uccisioni, e l’espulsione di massa degli ebrei dai domini iberici nel 1492. Una provocazione? Se lo sono chiesto in molti. Tuttavia, la risposta è assai più complessa, e non solo perché sulla copertina del libro non campeggia un nome qualsiasi, ma quello del padre del premier, lo storico Benzion Netanyahu. La tesi proposta nelle oltre 1400 pagine infatti è molto diversa da quanto ci si potrebbe aspettare.
Benzion Netanyahu, personaggio chiave per la destra revisionista sionista, è stato il primo primo consigliere politico del figlio fino alla sua scomparsa all’età di 102 anni nell’aprile 2012.
Nato nel 1910 a Varsavia da due ferventi sionisti, Benzion si trasferì con la famiglia nell’allora Palestina sotto mandato britannico nei primi anni ‘20. Nel 1944, Dopo aver concluso gli studi all’Università Ebraica di Gerusalemme, si spostò negli Stati Uniti, dove sposò Tzila, da cui ebbe tre figli (il primogenito, Yonathan, verrà ucciso guidando l’eroica Operazione Entebbe nel 1976). Tra gli anni ’30 e ’40, Netanyahu divenne una figura di primo piano nei circoli del sionismo revisionista, in Israele e negli Stati Uniti. Fu tra le altre cose capo editore dell’Encyclopaedia Hebraica e professore di storia in varie università americane, tra cui la prestigiosa Cornell University, prima di tornare a insegnare proprio all’Università ebraica di Gerusalemme.
L’Inquisizione ha rappresentato una delle sue principali aree di interesse scientifico.
Pubblicato per la prima volta nel 1995 da Random House, “The Origins of the Inquisition in Fifteenth-Century Spain”, il libro donato da Netanyahu a Bergoglio, propone una tesi complessa e fuori da quella che è la più diffusa lettura di quel periodo storico da parte degli studiosi. Secondo Benzion, i cosiddetti marrani o cripto-ebrei, coloro cioè che abbracciarono nella loro vita pubblica il cristianesimo abbandonando l’ebraismo in seguito alle conversioni forzate, non rimasero in realtà ebrei: la stragrande maggioranza di essi divenne genuinamente cattolica. Le terribili persecuzioni che subì, non vanno considerate a sfondo religioso, bensì politico, dettate dalla volontà di tenere fuori i conversos da posizioni di potere e influenza all’interno della Chiesa e del regno. Di conseguenza nelle argomentazioni contenute nel volume, la principale vittima dell’Inquisizione furono, più che gli ebrei, proprio i Nuovi Cristiani. “Un libro acuto, problematico e penetrante” lo definiva il professor David Berger del Brooklyn College sul Commentary Magazine nella recensione uscita nel 1996, sottolineando tuttavia un uso delle fonti discutibile (risalenti per la maggior parte agli anni ’70 senza tenere sufficientemente in conto invece il dibattito storiografico sul tema dei successivi 15 anni).
Durante la visita, Bibi ha anche tenuto a spiegare a Bergoglio come suo padre, parlasse un perfetto spagnolo, rimpiangendo di non poter fare altrettanto.
“A Francesco, un grande pastore della nostra comune eredità” la dedica vergata per il pontefice sul frontespizio da Netanyahu. E sicuramente il libro di Benzion rappresenta un buono spunto per rifletterci sopra.
Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked
(3 dicembre 2013)