Israele – Il mercato e i latticini
Un nuovo capitolo per la disfida dei latticini: formaggi e creme ancora protagonisti delle politiche economico-sociali d’Israele. Il ministro delle Finanze Yair Lapid e quello dell’Agricoltura Yair Shamir hanno infatti annunciato un intervento del governo per mettere sotto controllo i prezzi di alcuni prodotti caseari. Una decisione che segna una prima volta dall’estate 2011, quando l’appello al boicottaggio del cottage cheese raccolse sui social network oltre 100mila adesioni e gli israeliani si riversarono in strada e nelle tende per protestare contro il caro-alloggi e il caro-vita, di cui il cremoso formaggino, e il regime di oligopolio che caratterizza la sua distribuzione (i tre gruppi Tnuva, Strauss e Tara detengono in totale quasi il 90% del mercato), era ormai diventato indiscusso simbolo.
A un anno e mezzo di distanza molte cose sono cambiate, come nota tra l’altro in un’inchiesta sul tema l’americano Forward. I temi sociali non sono riusciti a imporsi al centro della campagna elettorale per l’appuntamento di gennaio 2013. La leader del Labor Shelly Yachimovich che aveva puntato tutto sulle politiche socio-economiche ha perso le primarie contro lo sfidante Yitzhak Herzog, maggiormente concentrato sulla risoluzione della questione israelo-palestinese. L’asse che aveva saldato i ceti più deboli e la classe media portandoli in piazza insieme si è allentato. Il nuovo partito centrista di Lapid Yesh Atid è riuscito a conquistare molti dei voti di quest’ultima e oggi lavora per misure che, promette il ministro, a lungo termine porteranno una maggiore equità e un miglioramento della situazione per la società israeliana (di recente è stato tra l’altro cancellato il previsto aumento generale dell’1% dell’imposta sul reddito previsto per il 2014).
Tra i 12 prodotti calmierati oggi vi sono il burro, il formaggio giallo e la panna acida. Prodotti per cui viene raccomandato un margine di profitto tra il 6 e il 12%, e che invece supera attualmente il 20. Da qui la decisione di Lapid e Shamir.
“Il controllo dei prezzi non è una soluzione per rimediare ai fallimenti del mercato nel lungo periodo – ha dichiarato il ministro delle Finanze in conferenza stampa – Tuttavia non esiteremo a utilizzare questa misura ogni volta rileveremo che qualcuno sta abusando della posizione dominante e dell’assenza di concorrenza per ottenere ingenti profitti a spese dei consumatori”.
Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked
(31 dicembre 2013)