Israele – Negoziati, il (cauto) ottimismo di Kerry
“Sono state giornate produttive, con colloqui molto, molto intensi”. Così il segretario di Stato americano John Kerry ha commentato l’ultimo round di negoziati di pace tra israeliani e palestinesi, durante il quale ha tra l’altro incontrato separatamente il premier Benjamin Netanyahu e il presidente Mahmoud Abbas.
Kerry trascorrerà la domenica tra Giordania e Arabia Saudita per incontrare i leader dei due paesi e fare il punto sulle varie questioni regionali sul tappeto, per rientrare in serata in Israele, dove si tratterrà ancora per qualche giorno.
“Posso garantire a tutte le parti che il presidente Obama e io ci impegniamo a portare avanti idee che siano giuste ed equilibrate, volte a migliorare la sicurezza di tutti i popoli” ha dichiarato ai giornalisti. Un punto su cui Kerry ha insistito molto, ricordando tra l’altro il suo lavoro nei quasi trent’anni al Senato a favore della sicurezza di Israele.
Obiettivo dichiarato di questa fase dei negoziati, che sono stati riavviati su impulso americano lo scorso luglio dopo tre anni di stop, è quello di arrivare a formulare un accordo quadro in cui siano contemplati tutti gli elementi di contrasto. Da ciò che trapela, emerge che uno degli aspetti problematici della trattativa sarebbe rappresentato dalla volontà di entrambe le parti di mantenere le proprie riserve sulle varie soluzioni proposte per iscritto in documenti separati. “È essenziale che se ci saranno incertezze circa quanto stabilito, esse vengano inserite nell’accordo quadro” ha sottolineato invece un funzionario americano ad Haaretz.
Kerry si è comunque professato ottimista, nonostante le diffuse dichiarazioni di scetticismo circa l’effettiva riuscita dei negoziati. “Le questioni in gioco non sono semplici, se lo fossero sarebbero state risolte molto tempo fa. Sono complicate e hanno a che vedere con la sopravvivenza dei popoli. Il conflitto è andato avanti troppo a lungo, così le posizioni si sono irrigidite. È ovvio che da ambo le parti esiste sfiducia reciproca a livelli molto alti. Dobbiamo lavorare su questo” ha dichiarato il segretario di Stato, che si è però detto fiducioso che la distanza possa essere colmata, aggiungendo che sia Abbas che Netanyahu hanno già preso decisioni importanti, coraggiose e difficili. “Il sentiero sta diventando più chiaro, il puzzle più definito ed è sempre più evidente a tutti quali sono le scelte più dure che rimangono da compiere e quali sono le opzioni rispetto a queste scelte”.
Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked
(5 gennaio 2013)