Bergoglio in Israele

minerbi1La visita di papa Francesco prevista per fine maggio solleva alcune perplessità. Anzitutto la brevità della visita che durerà solo 48 ore, in tre paesi. Per di più quando Netanyahu, il primo ministro israeliano, invita il Pontefice a visitare Israele, papa Francesco gli riponde: “Sì, verrò in pellegrinaggio in Terra Santa”. È come se i due parlassero di cose diverse.
Il contenzioso finanziario tra Israele e il Vaticano dura ormai dal 1993, cioè da quando fu firmato l’Accordo Fondamentale tra i due paesi. È incomprensibile perché in vent’anni il fisco israeliano non abbia ancora accettato di concedere le esenzioni d’uso. D’altronde nei 25 minuti della conversazione che ha avuto luogo il 2 dicembre scorso in Vaticano tra il papa e Netanyahu, non sappiamo se si siano discussi i grandi problemi della politica medio-orientale né con quali risultati. Chi legga “Civiltà Cattolica”, la rivista nella quale ogni articolo deve essere approvato in anticipo dalla Segreteria di Stato, troverà gli elogi agli Hezbollah e ad altre tendenze pro-islamiche.
La visione della Santa Sede è fondamentalmente favorevole all’Islam, nonostante quanto avvenga in Siria, in Libano e in Iraq con serio pericolo per i cristiani. Tutte le volte che nel recente passato è stata sollevata la questione della Striscia di Gaza, come avvenne tre anni fa, il pontefice ha sempre mantenuto una posizione nettamente anti-israeliana.
Su questioni non politiche il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, ha giustamente messo in rilievo la pericolosa tendenza alla cristianizzazione della Shoah.
Su questi argomenti non c’è dialogo e quindi le posizioni rimangono divergenti. Naturalmente il pontefice potrebbe cambiare le usanze aprendo una conversazione vera e franca con lo Stato di Israele. C’è poi la questione del “Cenacolo” che è un locale wakf, ossia appartiene agli edifici religiosi islamici e a quanto sembra, Israele ha già concesso al Vaticano. Azione certamente problematica in questi frangenti di trattative tra Israele e i palestinesi.

Sergio Minerbi