Oltremare – L’azzurro
L’azzurro è spesso orizzontale. Prendiamo il mare, per esempio. O quello che noi qui chiamiamo mare – cioè praticamente qualunque bacino d’acqua, salato o dolce, grande o piccolo.
Il Kinneret, in ebraico è un mare, ma in italiano è più prosaicamente il lago di Tiberiade. Non discuto la definizione di mare, in una terra così piccola, visto che il Kinneret è il centro della vita nel nord del paese, e ci si fanno gare di nuoto e ci sono stabilimenti balneari esattamente come quelli di Tel Aviv. E’ un mare miniaturizzato, passi. Quello che mi mette dubbi è il fatto che l’acqua è dolce. Sono quasi certa di aver studiato su qualche libro di geografia delle elementari che un mare, per definizione, ha l’acqua salata. E quindi, fra l’altro, non si può bere. Siccome invece dal Kinneret beviamo e utilizziamo per l’agricoltura e per le fabbriche anche troppa acqua, ecco, non so: lago? mare dolce? Comunque si decida di chiamarlo, l’azzurro sul Kinneret è una rarità. Prevalgono giornate velate, cielo lattiginoso e d’estate un caldo assordante.
Siccome poi questa è Israele e, come il tempo meteorologico, ogni cosa naturale va per eccessi, l’altro mare che contribuisce massicciamente all’economia israeliana portando turisti ed esportando sali dai poteri quasi magici, è il Mar Morto – che invece è salatissimo. Si narra di scherzi feroci alle matricole nell’esercito e a turisti facili da abbindolare, messi a pescare per ore interminabili, con il miraggio di mangiare poi un fantomatico pesce salato del Mar Morto. Che dire, la natura è meno stupida e infatti non si avvistano pesci anche se in ebraico si tratta del Yam Hamelach, il mare salato, e non mare morto.
Anche nel Yam Hamelach però, l’azzurro tende un po’ a latitare. L’aria (un dotto direbbe forse: gli strati di atmosfera) pesa parecchio, a 427 metri sotto il livello di tutti gli altri mari. Anche qui, i giorni tersi con l’aria pulita scarseggiano.
Dunque è chiaro: per ritrovare l’azzurro, quello limpido che confonde cielo e mare, posso solo essere a Tel Aviv e d’inverno. Mi accontenterò, che sarà mai.
Daniela Fubini, Tel Aviv twitter @d_fubini
(13 gennaio 2014)