Shulamit Aloni (1928-2014)
“Una contestatrice ante litteram, spietatamente razionale, ma mai distruttiva”. Così Amos Luzzatto, studioso, intellettuale, già presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane descrive la sua compagna di classe Shulamit Adler nella Palestina del Mandato britannico. Shulamit che alcuni anni più tardi, dopo aver combattuto nella Guerra d’Indipendenza del 1948, sposò Reuven Aloni (fondatore della Israel Land Administration, autorità per la gestione del suolo pubblico) di cui assunse il cognome. Con quel cognome divenne nota come figura centrale della vita politica e culturale dello Stato d’Israele. Parlamentare, ministro, attivista, vincitrice del Premio Israele, Shulamit Aloni è scomparsa nelle prime ore della giornata all’età di 85 anni.
“La ricordo bene, sempre seduta in mezzo alla classe, intelligente, attenta, polemica, sempre pronta durante ogni dibattito ad alzare la mano per dire ‘Non sono d’accordo’, spiegandone il motivo in modo articolato. E per quanto ciascuno potesse darle ragione o meno, non diceva mai stupidaggini” sottolinea ancora Luzzatto.
Nata a Tel Aviv nel 1928 da genitori di origine polacca Aloni frequentava all’epoca un corso per diventare insegnante, mentre Luzzatto suo coetaneo, si trovava al penultimo anno di scuola superiore. “Era un esperimento, mettere a studiare insieme persone di origine diversa, che in casa parlavano lingue e avevano biblioteche diverse, allo scopo di trovare un minimo comune denominatore. E se in quel caso scolastico l’esperimento fallì, perché le basi di studio di alcuni erano inadeguate per stare al passo con gli altri, rimaneva la consapevolezza che bisognava trovare strade nuove e utili”.
Aloni fu eletta per la prima volta alla Knesset nel 1965 nella lista del partito Ma’arach, predecessore del Labor. Dieci anni più tardi se ne distaccò per fondare Ratz, il Movimento per i diritti civili e la pace, che conquistò tre seggi in Parlamento. Fu ministro senza portafogli del primo governo guidato da Yitzhak Rabin dopo le elezioni del 1974, ma si dimise dopo pochi mesi quando in coalizione entrò il Partito nazional-religioso.
Nel 1991 fu tra i fondatori del partito Meretz (di cui fu il leader fino al 1996). Aloni servì come ministro dell’Educazione nel 1992 e 1993 e poi come ministro delle Arti e della Scienza fino al 1996. In seguito rimase una voce importante nel dibattito pubblico, intervenendo, anche duramente, sulle battaglie per cui si era già spesa nella sua carriera politica (la laicità dello Stato, l’uguaglianza dei diritti per tutti i cittadini, la pace) con attacchi, anche durissimi, alla classe dirigente israeliana, all’esercito, alla rabbanut, all’identità di Israele come Stato ebraico.
“È rimasta una voce spietatamente razionale, forse le mancava proprio un elemento di emotività, ma non si può pretendere di avere tutto” spiega Amos Luzzatto, che conclude con ultimo ricordo di Shulamit, “Una volta, negli anni ’90 mi venne a trovare a Venezia, alla vigilia di Kippur. In quell’occasione scrissero di lei che si era messa a fare lauti pasti con amici e poi era ripartita durante la ricorrenza. Cosa che non fu, perché io e lei ci vedemmo per un cappuccino dopo la fine del digiuno. Si può sempre non essere d’accordo e contestare le idee di una persona. Ma guai a diffamarla con delle calunnie”.
“Coraggiosa indomita guerriera per la giustizia” l’ha ricordata l’attuale leader di Meretz Zahava Gal-On. “Una audace lottatrice social democratica. Ha combattuto per la pace e per i diritti di ogni cittadino israeliano. La sua azione ha avuto un impatto sui diritti delle donne e su quelli delle minoranze più marginalizzate” le parole del presidente israeliano Shimon Peres. A rendere omaggio ad Aloni anche Reuven Livlin del Likud, portavoce della Knesset nella precedente legislatura, che l’ha definita l’ultimo politico della sua generazione a dire quello che pensava.
“Ho sempre rispettato la sua determinazione nel rivendicare il proprio pensiero ed esporre la propria opinione in modo forte e chiaro, così come la sua grande preoccupazione per Israele e il suo futuro” l’intervento del ministro della Difesa Moshe Ya’alon.
Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked
(24 gennaio 2014)