Israele – Kasherut verso la riforma
Rivoluzionare il sistema israeliano di controllo della kasherut, le regole alimentari legate alla normativa ebraica. Questo l’obiettivo della riforma annunciata dal ministro per i Servizi religiosi Naftali Bennet, assieme al suo vice Eli Ben Dahan e al rabbino capo ashkenazita rav David Lau. “Lo scopo ultimo è di restituire al pubblico la fiducia nel controllo della kashrut, regolarizzando i rapporti di lavoro, eliminando gli interessi esterni e aggiornando la supervisione con nuove e trasparenti tecnologie”, ha affermato Eli Ben Dahan. Indipendenza, autonomia, trasparenza e qualità: le richieste che si vorrebbero soddisfare con il nuovo sistema che, tra le altre cose, prevede la creazione di un organismo terzo da cui dipenderanno migliaia di ispettori della kasherut sparsi per il paese. Così facendo, si spezzerebbe quel rapporto, non privo di criticità, tra controllore e controllato: fino ad oggi infatti erano i proprietari delle attività a retribuire direttamente gli ispettori per il proprio servizio con un evidente conflitto di interessi e con il pericolo di inquinare l’autonomia di giudizio degli ispettori stessi.
Le certificazioni kasher nel sistema israeliano sono affidate a organi locali, commissioni legate al rabbinato centrale. Agli ispettori è affidata la verifica del rispetto delle regole alimentari, che toccano diversi ambiti dalla preparazione dei cibi, ai metodi seguiti, all’organizzazione delle cucine. A fianco di queste figure ne sono sorte altre legate al mondo ultraortodosso israeliano, note come commissioni Badatz, che si occupano delle certificazioni per proprie comunità. E ancora ne sono nati altri enti di controllo laici, o comunque non legati al rabbinato centrale. Organo, quest’ultimo, che vedrà fortemente rafforzato il suo ruolo, fatto che ha sollevato alcune critiche. Tra le voci contrarie ad esempio, Sahar Ilan, vicedirettore dell’organizzazione Hiddush, che ha parlato di prosecuzione del monopolio del rabbinato centrale sul sistema della kasherut a scapito di un apertura al libero mercato. “Questa non è una rivoluzione ma un passo indietro – ha affermato Ilan – invece che far cessare l’intervento diretto dello stato e il suo coinvolgimento nella supervisione della kasherut per lasciarli la posizione di regolatore, saranno assunti nelle sua fila migliaia di ispettori”. Secondo i critici questo aspetto non genererà un abbassamento dei prezzi che invece sarebbe favorito, nella loro visione, da una liberalizzazione del mercato: più enti a cui affidarsi per ottenere la certificazione, più concorrenza sarebbe la soluzione auspicata da chi si dice contrario alla nuova formula.
Tra i favorevoli, Tzohar, organizzazione Modern Orthodox progressista, che ha parlato di “un’importante riforma che aumenterà la trasparenza nel mondo della kashut e permetterà più ebrei di seguire le regole alimentari ebraiche. Tutti speriamo che presto venga rafforzata”.
Nel progetto di riforma svelato lunedì anche la previsione di tre livello di certificazione che potranno essere rilasciati dai consigli religiosi: kosher, kosher meadrim e kosker lemeahadrin min hamehadrin che saranno rappresentate rispettivamente da una, due, tre stelle di David.
(4 febbraio 2014)