Israele – Tzahal verso la riforma

haredim
Cambiamenti all’orizzonte per Tzhal, l’esercito israeliano. Una commissione parlamentare sta infatti lavorando su un progetto di riforma che potrebbe portare a delle importanti modifiche nel sistema militare del paese. Punti nodali del disegno di legge, il tentativo di trovare una soluzione per l’arruolamento dei giovani haredim e la diminuzione del tempo di leva per gli uomini a fronte della proposta di aumentarlo per le donne. Entrambe le questioni potrebbero incidere significativamente sulla società israeliana e per questo il dibattito, in primis alla Knesset, ha assunto toni molto accesi. Nell’obbligo di leva, il ministro alle Finanze Yair Lapid vede lo strumento per integrare il mondo ultraortodosso nella realtà israeliana (argomento questo cavallo di battaglia della suo partito, Yesh Atid, durante l’ultima campagna elettorale). Lapid incarna le istanze di quella classe media che chiede la fine delle sovvenzioni statali ai haredim, percepiti non solo come corpi estranei alla società ma anche come beneficiari di ingiusti privilegi. Agli ultraortodossi non è perdonata l’esenzione dalla leva militare, passaggio obbligato per tutti gli israeliani, così come l’attribuzione dei citati sussidi che di fatto ingenera un ulteriore cortocircuito, ovvero permette a molte famiglie haredi di non entrare nel mondo del lavoro. “Il 91% degli ultraortodossi che si sono arruolati nell’esercito dopo hanno scelto di entrare nel marcato del lavoro. Il nostro lavoro come Stato è di aiutarli a fare questo tipo di passaggio. È giusto e necessario e la classe media non può più, e in ogni caso non dovrebbe mai, pagare i conti degli altri”, ha dichiarato Lapid. Se sul principio all’interno della coalizione di governo sono tutti d’accordo, sul metodo meno e la Commissione che sta valutando la riforma, guidata da Ayelet Shaked di HaBayt HaYeudì, sta cercando di trovare un compromesso. Gli uomini di Lapid infatti vogliono inserire delle sanzioni penali per evitare diserzioni da parte dei giovani ultraortodossi; più morbidi gli esponenti di HaBayt HaYeudì.
Tutti intanto hanno votato la diminuzione del periodo di leva per gli uomini, passato da 36 a 32. Le stime dell’Idf affermano che questa decisione causerà un deficit nelle fila dell’esercito di 9,300 soldati. Da Tzahal avevano già presentato le proprie obiezioni di fronte alla proposta, o meglio era stato chiesto di controbilanciare questa diminuzione con tre soluzioni: estendere di quattro mesi il servizio delle donne (idea bocciata dalla commissione), far entrare un numero signifiativo di haredim nell’esercito, allungare il servizio prestato dai hesder yeshivah, studenti per cui è combinato lo studio nella yeshiva con la partecipazione nelle file dell’esercito (il programma dura cinque anni ma meno di 18 mesi è il tempo che gli studenti passano nell’esercito).

Daniel Reichel

(11 febbraio 2014)