Israele – Il decentramento delle conversioni
Da quattro tribunali rabbinici a trenta commissioni locali composte da tre rabbanim per decentrare la possibilità di convertire ufficialmente le persone all’ebraismo. Questa la proposta votata oggi nella Commissione per le questioni legislative della Knesset, il parlamento israeliano, per allargare la competenza su un tema delicato come quello delle conversioni. La norma, per l’approvazione definitiva, dovrà passare al parlamento in seduta plenaria. Forte l’opposizione del Rabbinato centrale di Israele, secondo cui il decentramento porterebbe a una frammentazione degli standard legati alle conversioni, creando così una situazione di confusione e incertezza nel sistema religioso statale. Tra i favorevoli invece, rav David Stav (nella foto), uno dei candidati lo scorso anno al ruolo di rabbino capo d’Israele e guida dell’organizzazione Tzhoar. Un necessario ritorno alle modalità con cui le conversioni erano precedentemente svolte, ha sostenuto rav Stav in riferimento all’approvazione della norma.
Mentre dunque il rabbinato – che incontrerà una delegazione della Commisione che ha redatto il testo di legge per proporre modifiche – avverte sul problema di validità halakhica (la legge ebraica) che porterebbe con sé il disegno di legge, coloro che sostengono il progetto affermano che sarebbe un’opportunità per ripristinare, sul fronte locale, il ruolo tradizionale dei rabbini.
“Dobbiamo fare di tutto per migliorare il servizio legato alle conversioni senza però compromettere quanto chiede la halakha”. Questa la posizione del rabbinato centrale in una dichiarazione rilasciata un mese fa ai media israeliani. Secondo Stav, invece, la legge aiuterebbe molte persone che vorrebbero entrare a far parte dell’ebraismo, incluse migliaia di famiglie di origine russa, arrivate in Israele negli ultimi due decenni.
(17 febbraio 2014)