Aforismi
Elazar Benyoëtz (alias Paul Koppel) è uno scrittore e poeta curioso. Fuggito dall’Austria in Palestina con la famiglia (nel ’38, a un anno di vita), è oggi considerato il maggiore scrittore di lingua tedesca in Israele: “La lingua e la letteratura tedesca abitano a Gerusalemme”, recita l’incipit di un articolo del 2012 del più autorevole quotidiano svizzero. Appassionato di cultura rabbinica (rabbino lui stesso), Benyoëtz predilige come genere letterario l’aforisma. Personalmente, considero l’aforistica la massima espressione del genio linguistico umano. Non solo gli aforismi sono per lo più “belli” anche quando sono confutabili, ma hanno la capacità di esprimere in poche parole un’intera visione del mondo (poco importa che sia “giusta”). L’aforistica, direi, è la capacità di pensare in modo totalizzante la frammentarietà. Eppure, curiosamente, Benyoëtz, in uno dei suoi più noti aforismi, sostiene l’esatto contrario: “Aforistica: la capacità di pensare la totalità in modo frammentario”. Chi ha ragione? Chissà… ma il dissenso aforistico, mi sembra, profuma d’intesa.
Laura Salmon, slavista
(21 febbraio 2014)