…differenze

Le vicende del Medio Oriente vengono spesso trattate come uniche al mondo e irripetibili ma non è così. Nel dibattito sul futuro di Israele si scontrano diverse ipotesi: due stati per due popoli – uno stato ebraico e uno stato arabo-palestinese, oppure uno stato per due popoli – tutto ebraico, oppure tutto arabo-palestinese. Alla base della discussione vi sono opposte teorie sull’esistenza, l’essenzialità e la permanenza delle identità nazionali, etniche e religiose, e a volte anche opposti ragionamenti sull’equità, sulla sovranità, sul colonialismo e sull’autoemancipazione dei popoli. Ed ecco ora un altro paese dibattersi nel problema dei due stati per due popoli, oppure uno solo, e per chi: l’Ucraina. In Ucraina esiste una maggioranza di ucraini e una forte minoranza di russi, oltre a molte altre minoranze, ma in diverse provincie, fra cui la Crimea, la maggioranza della popolazione è composta da russi. Vediamo allora cosa succede dal punto di vista della stabilità dell’economia e del regime, delle alleanze internazionali e dei possibili interventi militari dall’esterno, e in definitiva del numero di vite umane sacrificate al gioco delle identità in uno stato che ospita più popoli. E come l’Ucraina, anche la Moldova, la Bosnia, la Siria, l’Iraq, Cipro, il Belgio, l’Irlanda del Nord, anche la Libia. E abbiamo visto la Serbia e il Kossovo, la Repubblica Ceca e la Slovacchia, e tanti altri casi di società multietniche che si sono civilmente separate, oppure come in Ruanda e in Burundi, in Guyana e altrove si sono scannate e si scannano in sanguinose guerre civili. La differenza fra Israele e tutti questi altri paesi è che di Israele si parla sempre e degli altri casi si parla meno o nulla. Su Israele tutti hanno un’opinione, quasi tutti danno consigli, e tutti sono “preoccupati”, mentre negli altri casi vigono spesso l’indifferenza, l’ignoranza o la complicità.

Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme

(6 marzo 2014)