Israele – Contro il negazionismo di Teheran
“L’onnipotente sovrano e suprema autorità dell’Iran, Ali Khamenei, ha contestato l’esistenza sella Shoah. Dimostrando che anche dopo Ahmadinejad, e dopo i sorrisi offensivi del suo successore Hasan Rouhani, sotto alla barba dell’ayatollah si nascondono ancora piccoli baffi hitleriani”. È la dura replica di Avigdor Lieberman, ministro degli Esteri israeliano, di fronte alle inammissibili affermazioni negazioniste della guida spirituale iraniana Khamenei. La scorsa settimana, infatti, mentre l’Iran si apprestava a festeggiare il capodanno persiano, l’ayatollah dichiarava, “l’Olocausto è un evento cui realtà è incerta e se anche è avvenuto, è incerto come sia accaduto”. Parole vergognose e al veleno riportate sull’account twitter di Khamenei. E da un altro social network (Facebook) è arrivata la risposta di Lieberman. Non solo una risposta all’Iran ma un promemoria per chi con Teheran si è seduto al tavolo (le famose trattative dei 5+1 in merito al nucleare iraniano). Dietro ai sorrisi di apparenza, nulla è cambiato, sottolinea Lieberman. L’avvicendamento Ahmedinajad – Rouhani, che a giudizio di alcuni aveva dato una nuova direzione a Teheran, non ha portato cambiamenti, perché l’Iran rimane nelle mani di Khamenei e rimane un pericolo per la sicurezza di Israele e non solo. Questo è il punto di Lieberman, condiviso da governo e forze di sicurezza israeliane.
A certificare che nulla è cambiato, l’atteggiamento dell’ayatollah che ricorreva alla più velenosa retorica antisemita proprio nell’ore in cui il presidente di Israele, Shimon Peres, augurava al popolo iraniano “un capodanno di pace”.
(23 marzo 2014)