KKL e Expo – Israele, agricoltura per il mondo
Raccontare l’eccellenza d’Israele nel mondo nel campo dell’agricoltura, delle tecnologie legate all’acqua, della lotta al deserto, delle energie pulite. In occasione della Giornata mondiale dell’acqua, il Kenen Kaymet LeIsrael, il fondo per l’ambiente più antico del mondo, propone un ciclo di incontri con il patrocinio di Expo 2015. A intervenire alla prima conferenza a Milano, sono stati il presidente del Kkl Silvio Tedeschi, Ami Uliel, direttore del Centro di ricerca e sviluppo nella zona del Negev, Yehiel Cohen, rappresentante Kkl per la collaborazione con i Paesi in via di Sviluppo, il direttore Affari istituzionali di Expo Roberto Arditti, l’assessore all’ambiente di Regione Lombardia (che ha patrocinato l’evento) Claudia Terzi, moderati dal direttore di Corriere Sette Pier Luigi Vercesi. Un’occasione importante anche per ricordare l’impegno dello Stato ebraico verso il grande appuntamento di Expo, che lo vedrà protagonista.
A raccontare la storia di impegno del Kkl, Tedeschi ha mostrato le immagini di ciò che in oltre cent’anni di storia è stato conseguito, e come la tecnologia israeliana contribuisca a portare cibo e acqua sulle tavole del mondo.
“È molto importante essere qui oggi a riflettere sull’importanza della risorsa acqua” ha sottolineato l’assessore Terzi, aggiungendo “Da chi ha saputo rendere fertile il deserto non abbiamo che da imparare e siamo ansiosi di poterlo fare”.
“Non è un caso che Expo 2015 sia dedicato al tema della nutrizione. Abbiamo passato gli ultimi decenni del secolo scorso a preoccuparci per l’energia e ci siamo svegliati all’inizio del XXI secolo realizzando che il problema più grande è riuscire a sfamare e dissetare il mondo” la riflessione di Roberto Arditti.
E a raccontare i successi israeliani nel settore, successi di un paese che, come ha sottolineato Vercesi “sembrava dover importare qualsiasi cibo, e invece oggi è ne un esportatore”, sono stati i due ospiti in arrivo dallo Stato ebraico.
“Voglio cominciare dalla mia biografia. Sono nato e cresciuto a Gerusalemme, ma quarant’anni fa ho deciso di diventare un agricoltore e mi sono trasferito nel Negev” ha spiegato Ami Uliel, rievocando il suo lavoro sul campo per arrivare a prodotti sempre migliori. “Basti pensare che oggi oltre la metà delle sementi dei pomodori consumati in Europa proviene da Israele”.
E a dare la misura dell’operato del Keren è stato Yehiel Cohen “Da 1901 abbiamo piantato oltre 260 milioni di alberi, arrivando a coprire di foreste l’8% del territorio israeliano” ha messo in evidenza mostrando le immagini di intere aree desertiche trasformate in boschi. “Il Keren Kaymet è in prima linea nel combattere la desertificazione anche nei paesi in via di sviluppo, dove abbiamo molti progetti di formazione e assistenza”.
Tante le domande del pubblico (tra gli altri, era in sala il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach), interessato a scoprire di più sulle tecnologie di desalinizzazione, sul riciclo delle acque reflue, sullo sviluppo delle tecniche agricole. Tenendo presente un principio fondamentale, come ha ricordato il direttore di Sette: “Per realizzare i miracoli, ci vuole alle spalle qualcuno che ci creda e lavori per conseguirli”.
Rossella tercatin twitter @rtercatinmoked
(24 marzo 2014)