Israele – Diplomatici in sciopero, accordo vicino
Potrebbe concludersi a breve lo sciopero dei lavoratori del Ministero degli Esteri israeliano in corso da diverse settimane. Secondo quanto rivelato dal Ministero delle Finanze, le parti avrebbero raggiunto un accordo per l’innalzamento dei salari, che potrebbe essere finalizzato nelle prossime ore.
A incontrarsi nella serata di ieri sono stati il direttore del dipartimento paghe del Tesoro Koby Amsalem e il rappresentante dei sindacati di settore Avi Nissenkorn, con la mediazione dell’ex presidente del Tribunale del lavoro Stephen Adler. La stampa israeliana riporta la firma di un protocollo d’intesa, ricordando come l’agitazione abbia causato seri problemi al regolare svolgimento delle attività diplomatiche, così come all’assistenza dei cittadini israeliani all’estero. Se infatti i viaggi del primo ministro britannico David Cameron e di Jorge Bergoglio sono stati messi in dubbio, ma poi confermati (Cameron era a Gerusalemme negli scorsi giorni, il pontefice ci sarà a fine maggio), risulta evidente come, mentre Israele e Turchia sembrano vicini alla riapertura delle rispettive ambasciate e i negoziati di pace con i palestinesi conoscono un momento di difficoltà, il lavoro dei diplomatici sia cruciale.
Un aspetto messo in luce dai lavoratori del Ministero, che hanno ricordato come la loro attività sia fondamentale per la stessa sicurezza di Israele, lamentando i problemi che derivano dall’impossibilità di sostenersi economicamente, specie nei paesi più costosi, con stipendi sotto il livello della media israeliana, anche per diplomatici di lunga esperienza. Per parte loro il Ministero delle Finanze e lo stesso Ministro degli Esteri Avigdor Lieberman hanno duramente criticato l’intransigenza dei lavoratori, pur riconoscendo una situazione salariale non ottimale.
Una cosa è certa, quando lo sciopero finirà, i cittadini di internet lo potranno sapere in tempo reale. L’impegno diplomatico israeliano sui social network è infatti intenso, con account aperti per le ambasciate di moltissimi paesi (compresa l’Italia e il Vaticano), ricchissimi di contenuti e interazioni con gli utenti. Che però al momento recano tutti un’unica immagine “chiuso per sciopero”.
(27 marzo 2014)