Ticketless – Una Gerico di carta
Ci sono libri che non si possono conquistare con un assalto diretto: devono essere presi come Gerico. Ortega y Gasset diceva così del Don Chisciotte. Yerushalmi del libro più inquietante di Freud, L’uomo Mosé e la religione monoteistica. Ognuno di noi dovrebbe fare i conti con la sua Gerico di carta. I critici letterari di oggi mi sembra tendano a dimenticarlo. Ne aveva parecchie di Gerico da espugnare il compianto Cesare Segre, ma non quante l’italianista giovane in carriera (non solo in Italia). A seguire certi percorsi di ricerca uno s’immagina un assalitore stremato, che vaga sotto le mura di centinaia di Gerico assolutamente inespugnabili per mancanza di energia.
Il ticketless di oggi finirebbe qui, ma questa settimana aggiungo una coda, sempre libresca naturalmente. Vorrei sollevare un “caso”. Freud c’entra di striscio. Un inventario di sogni, recita il sottotitolo di un libro appena pubblicato e non facile da espugnare. Il titolo è “Sospensioni estemporanee” (Antigone edizioni). L’autore firma con un nome illustre per l’ebraismo italiano, Marco Mortara. Chiaramente uno pseudonimo. So chi è l’autore ma, su richiesta del medesimo, non lo scrivo. Invito i miei lettori a leggere e proporre una soluzione all’enigma. Sono pagine molto delicate sulla storia del sionismo e sull’identità ebraica che l’autore studia da molti anni. Il libro inizia con una deliziosa massima di Rabbi Mendel di Worki, che non conoscevo. Agli ebrei converrebbero tre cose, tre qualità psicologiche capaci di stabilire chi sia un vero ebreo: “Gridare in silenzio, inginocchiarsi in piedi, danzare immobili”.
Alberto Cavaglion
(2 aprile 2014)