Israele: i grandi, difficili passi di un paese democratico
Cultura, ricerca scientifica, vita, amore per il progresso e per la democrazia. Lo straordinario laboratorio di Israele si è presentato a Roma all’appuntamento della festa nazionale accogliendo con calore gli innumerevoli amici riuniti in questa occasione di gioia.
Non solo interventi e presenze di prestigio, ma anche dimostrazioni vivide di quello che lo Stato ebraico sta facendo a beneficio di tutti i popoli del Mediterraneo e del mondo hanno contrassegnato l’occasione festiva, con musica, testi, parole, immagini e con il commovente ingresso in sala di un giovane che ha riconquistato la capacità di camminare e ha vinto la paralisi grazie alle tecnologie sviluppate recentemente in Israele. Il coraggio del suo incedere faticoso e determinato, conquistato recuperando alla menomazione della malattia ogni possibile centimentro di terreno non poteva simboleggiare meglio il duro, inesorabile, entusiasmante progresso della sola democrazia del Medio Oriente.
“L’Italia – ha affermato il presidente del Senato Pietro Grasso intervenendo al ricevimento per i 66 anni dello Stato di Israele organizzato dall’ambasciata israeliana in Italia in un grande albergo della Capitale – sostiene una soluzione con due Stati come l’unica equa e durevole per una pace in Medio Oriente e auspica che Israele e Autorità Nazionale Palestinese sappiano ritrovare le ragioni del dialogo nell’interesse dei loro popoli, della comunità internazionale e della pace nel mondo”. A fare gli onori di casa l’ambasciatore Naor Gilon. In sala, tra le molte centinaia di ospiti in rappresentanza di diverse espressioni e anime della società italiana, i sopravvissuti della Shoah (nell’immagine il saluto fra Piero Terracina e Gilon), il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, presidenti e consiglieri delle varie realtà ebraiche nazionali, il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni. A testimoniare la propria amicizia anche l’allenatore della nazionale di calcio Cesare Prandelli.
Il presidente del Senato, in visita in Israele a giugno (“A legare i nostri due Stati è una solida amicizia”, le sue parole) ha poi ricordato il contributo essenziale offerto dall’ebraismo italiano nel Risorgimento e nella lotta contro il nazifascismo per sottolineare, a conclusione del ragionamento, come in Italia vi sia “il fermo rigetto di ogni forma di negazionismo e antisemitismo”.
Parole di amicizia e collaborazione tra i due paesi, prima del tradizionale taglio della torta, sono state pronunciate anche dall’ambasciatore Gilon, che ha affermato: “Israele è uno Stato giovane, nonostante i suoi 66 anni. Non li dimostra. Ed è pronto, con l’Italia, ad aiutare con la ricerca il genere umano. Mi auguro che si possa raggiungere la pace, Israele desidera sempre la pace. Il nostro augurio è avere partner in questa aspirazione”.
(7 maggio 2014)