Israele – Dibattito, ruoli chiave e identità. Knesset, al via la sessione estiva
La corsa alle elezioni presidenziali per designare il successore di Shimon Peres. La discussione del progetto per una Legge fondamentale che definisca l’identità ebraica di Israele. Le questioni inerenti al rapporto tra Stato e religione, dalle unioni civili alle conversioni. La sessione di lavoro estivo della Knesset, il Parlamento israeliano, si è aperta negli scorsi giorni e l’agenda si prospetta decisamente densa, anche in considerazione dei complessi equilibri all’interno della coalizione che sostiene il governo di Benjamin Netanyahu.
Il premier ha già registrato una prima parziale vittoria assicurando al suo Likud la guida della cruciale Commissione Affari esteri e Difesa, da diversi mesi vacante per mancato accordo con gli altri partiti della maggioranza e in particolare con il centrista Yesh Atid: a essere nominato chairman è stato il deputato del Likud e viceministro degli Esteri Ze’ev Elkin (che verrà sostituito dal candidato originariamente preferito da Netanyahu per la posizione Tzachi Hanegbi).
Ma tra i temi che scaldano maggiormente il dibattito politico di queste settimane, a ricevere maggiore attenzione sono altre due battaglie portate avanti da Bibi: la nomina del nuovo presidente d’Israele e la definizione dell’identità ebraica dello Stato.
Quanto alla corsa per il successore di Shimon Peres, anche se non è stata presa alcuna posizione ufficiale da parte del primo ministro, fonti a lui vicine hanno rivelato come Netanyahu sarebbe estremamente insoddisfatto dei candidati attualmente in lizza (e in particolare di quello che è considerato il vincitore più probabile, il deputato del Likud Reuven Rivlin, già speaker della Knesset e in profonda frizione con il numero uno del suo partito dalle elezioni del gennaio 2013). Per questa ragione, indiscrezioni riportano che il primo ministro si starebbe muovendo per cercare di ritardare le elezioni, che dovrebbero avere luogo a giugno (il mandato di Peres scade a fine luglio), al fine di depotenziare o addirittura eliminare la figura del presidente di Israele, che ha compiti largamente cerimoniali o rappresentativi, ma anche, come accade in Italia, la facoltà di affidare l’incarico di formare il governo. Un compito che secondo Netanyahu, dovrebbe andare automaticamente al capo della coalizione più numerosa. Critiche rispetto a quanto starebbe portando avanti Netanyahu sono state espresse da più parti, dalle opposizioni, ma anche dalla stessa maggioranza, mentre lo speaker della Knesset Yuli Edelstein, accusato di essere troppo accomodante dei confronti del premier, in questo come in altri frangenti, ha assicurato che la data per le elezioni (che avvengono nella Knesset a scrutinio segreto) sarà fissata entro breve.
Una legge che tuteli e promuova i diritti nazionali del popolo ebraico in Israele “senza infrangere in alcun modo i diritti individuali di alcun cittadino” ha promesso Netanyahu presentando l’idea di un progetto per definire l’identità dello Stato, che rafforzi anche la Legge del Ritorno e la centralità di simboli nazionali ebraici come la bandiera e l’inno. Al lavoro per elaborare un testo alternativo è il ministro della Giustizia e leader del partito centrista Hatnua Tzipi Livni, che si è detta a favore di formulare a chiare lettere l’identità ebraica e democratica di Israele, ma contraria “a qualsiasi legge che dia superiorità” alla natura ebraica del paese rispetto alla sua essenza democratica.
Allo studio infine diverse proposte riguardanti il rapporto tra Stato e religione: introduzione delle unioni civili, relazioni tra Rabbinato centrale e vita pubblica, Legge del ritorno e conversioni.
Per portare tutto a compimento, circa tre mesi, prima che i lavori del Parlamento si interrompano di nuovo per la pausa autunnale, mentre sullo sfondo rimangono questioni importanti come i negoziati di pace, la minaccia iraniana e l’instabilità regionale, le riforme economiche.
Un quadro complesso, ma da cui non si può prescindere per capire l’affasciante e complessa sfida dell’Israele del nuovo millennio.
Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked
(14 maggio 2014)