Tea for two – Un amore druso
Nelle ultime settimane il chiacchiericcio è stato tutto per loro: George e
& Amal, when Clooney meets Alamuddin, l’avvocatessa e lo scapolone d’oro, la regina di una certa Londra, il regnante del lago di Como. In altre parole George-ciuffoargenteo-Clooney si è lasciato stregare ed ha intenzione di impalmare la bella Amal Alamuddin, prima che il suddetto ciuffo lasci il posto ad una bella piazza pulita. Amal, nota per essere una degli avvocati del famigerato Assange, è dovuta correre ai ripari dalla pioggia di lustrini e champagne che le sta cadendo addosso. Nel frattempo la stampa si sta sollazzando a scavare a fondo per dare nuovi succosi particolari della sua vita. Uno ha solleticato il mio interesse: Amal è drusa libanese, una corrente religiosa da mille e una notte che ha la sua imponente comunità anche in Israele. Ovviamente i blogger hanno già declamato quanto la famiglia di Amal sia fortemente anti-sionista; a me però ha fatto ricordare la mia romantica cotta per un druso israeliano anni addietro. Dissolvenza. Eilat, io annoiata sfoglio un poderoso libro mentre cerco di preparare un esame e di non essere vinta dal pane azzimo e dalla folla indistinta dei francesi, vedo lui, l’addetto alla sicurezza alla porta tra la piscina dell’albergo e il mare: alto, bruno e con degli occhi azzurri che potevano tranquillamente competere con quelli verdi della foto di McCurry. Ovviamente fingo di studiare puntando tutto sull’unica risorsa a mia disposizione: l’allure finto intellettualoide wannabe. Ad un certo punto il vento si alza, il mondo fa un guizzo e lui mi parla, rallegrando l’adolescente che dimora in me: “Ciao, come ti chiami”… rispondo mestamente… “Che leggi la Bibbia?”…era il Meridiano di Italo Svevo…. Mi faccio coraggio: “Te come ti chiami invece?”. Mi dice il suo nome. A questo punto mi gratto la testa e mi chiedo perché uno della sicurezza israeliana si chiami come un figlio di Gheddafi. Ci parlo un po’ poi me ne vado assai confusa. Qualche giorno dopo la mia amica mi illumina: “Non conosci i drusi, finta intellettualoide con la cultura da Trivial? I drusi che abitano in Israele sono ancora più sionisti, sono il massimo per la sicurezza”. Lo aggiungo su Facebook e vedo che metà delle foto del profilo lo ritraggono con la bandiera d’Israele. A questo punto decido che porteremo la pace nel mondo e correremo tra i prati in fiore. Troppo tardi, se gli ebrei hanno pressione sociale nel doversi sposare tra loro, i drusi ancora di più. Il mio sogno si è infranto nel mare di tulle e cristalli del vestito della ragazza drusa sposata qualche mese dopo. A questo punto spero che almeno George riesca nell’impresa.
Rachel Silvera – studentessa/stagista
(2 giugno 2014)