Qui Gerusalemme – Casa Italkì in festa
“Questo avvenimento rappresenta una pietra miliare nel processo di potenziamento della vostra attività a favore della conoscenza dell’ebraismo italiano agli occhi dei cittadini israeliani. Con la vostra operosità avete dimostrato di essere i degni eredi della tradizione multimillenaria, che lega l’ebraismo italiano allo Stato d’Israele”. Anche il primo ministro Benjamin Netanyahu ha voluto festeggiare l’acquisizione dell’edificio che da decenni ospita il Tempio italiano di Gerusalemme e il Museo Nahon da parte dell’associazione della Hevrat Yehudei Italia, inviando un messaggio a una comunità che rappresenta un punto di riferimento culturale importante per la Capitale e per tutto il paese (oltre al premier, a inviare un messaggio di saluto è stato anche il rabbino capo ashkenazita David Lau).
Costruito nel XIX secolo da cattolici tedeschi come ostello per i pellegrini, l’edificio di Rehov Hillel 25 cominciò a ospitare un minian italiano nel 1945, quando era ancora sede del liceo Ma’ale. La presenza italiana crebbe e si consolidò negli anni, anche dopo il trasferimento della scuola, ampliandosi fino all’utilizzo di diversi locali del complesso, che viene a ospitare non solo la sinagoga-gioiello portata in Israele da Conegliano Veneto, ma pure il Museo di arte ebraica italiana. Fino a che, alcuni anni fa, il demanio non decise di vendere l’edificio, ingiungendo lo sfratto. Da allora, la Hevrah ha portato avanti una corsa contro il tempo e per la generosità per l’acquisto, che si è positivamente conclusa, anche grazie al supporto della Jerusalem Foundation e di un gruppo di donatori milanesi.
“E’ stata una cerimonia emozionante, durante la quale l’intera comunità ha voluto esprimere pubblicamente il proprio riconoscimento nei confronti dei generosi donatori, che ci hanno permesso di trasformare in realtà il nostro sogno di avere una sede permanente” il commento del presidente della Hevrah Angelo Piattelli. Con lui sono intervenuti l’ambasciatore italiano in Israele Francesco Maria Talò, Ruth Heshin della Jerusalem Foundation, Solo Dwek e Eugenio Morpurgo a nome dei donatori, nella cerimonia introdotta da Tamar Millo (direttore del desk italiano della Jerusalem Foundation). Presente anche il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni che ha portato il saluto del presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna
Un appuntamento che ha rappresentato anche l’occasione, per il numeroso pubblico, di visitare il museo e la mostra dedicata alla storia dell’edificio in un giorno di grande festa per tutti gli italkim.
Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked
(9 giugno 2014)