#EyalGiladNaftali – “Le responsabilità di Abbas”
#EYALGILADNAFTALI – parla l’ambasciatore
“Le responsabilità di Abbas”
Abu Mazen ha aperto la porta a un allargamento delle attività di Hamas nella West Bank ed è quindi responsabile della sorte dei tre studenti israeliani rapiti e delle attività terroristiche compiute nei territori amministrati dall’Autorità Nazionale Palestinese. È il messaggio che l’ambasciatore israeliano in Italia Naor Gilon ha voluto ribadire con forza in un’intervista concessa al Giornale in cui, ad essere evidenziata, è anche la miopia dell’Occidente nei confronti del nuovo accordo di governo palestinese con la partecipazione di Hamas. “L’Unione Europea e la comunità internazionale – afferma Gilon – chiedevano ad Hamas la rinuncia alla violenza, l’accettazione dei trattati di pace, il riconoscimento dell’esistenza di Israele. Hamas non ha sottoscritto nulla di questo prima di accordarsi con l’Autorità Palestinese. E l’Anp si è ben guardata dal pretenderlo. Riconoscendo quell’accordo la Ue garantisce legittimità internazionale a un governo palestinese che ha al proprio interno un’organizzazione terroristica”. Da fonti diplomatiche arriva intanto una significativa risposta a chi ritiene l’Anp esente da colpe in considerazione delle coordinate geografiche – un’area sotto controllo israeliano – in cui sarebbe avvenuto il rapimento: “Ciò che è rilevante non è dove l’attacco ha avuto luogo, ma dove esso abbia avuto origine e sia stato concepito e pianificato. Gli uomini di Hamas che lo hanno eseguito sono arrivati dal territorio controllato dall’Anp”. Abu Mazen avrebbe così disconosciuto l’obbligo internazionale di disarmare Hamas favorendone anzi la legittimazione terroristica. E in quest’ottica non è certo un caso che l’Anp impieghi più soldi per pagare alcuni criminali condannati in prigione (tra i 386 e i 3500 dollari al mese) di quanti vengano utilizzati per pagare i propri poliziotti (circa 270 dollari al mese). Un messaggio deve essere chiaro: “A Hamas non servono ragioni o scuse per assassinare e rapire israeliani: gli attacchi terroristici non sono altro che la sua stessa ragion d’essere”. Tanto che, soltanto nell’ultimo anno, sarebbero stati sventati numerosi rapimenti. Una minaccia costante, senza possibili incomprensioni: a darne conferma il comportamento del portavoce di Hamas, Husam Badran, tornato in modo inquietante ad appellarsi agli uomini della ‘resistenza’ operativi nella West Bank per invitarli a “compiere il loro dovere”.
(18 giugno 2014)