Avraham Shalom (1928-2014)
A servizio del suo paese prima nei ranghi del Palmach e poi come agente segreto dello Shin Bet (che avrebbe successivamente diretto dal 1980 al 1986), Avraham Shalom ha legato il suo nome ad alcune azioni passate alla storia di Israele. In particolare alla cattura di Adolf Eichmann, che riuscì a braccare insieme agli altri membri del commando incaricati di portare il criminale nazista che fu ideatore della soluzione finale del popolo ebraico nelle aule di giustizia israeliane.
Tra le molte situazioni critiche affrontate alla guida dello Shin Bet, carica cui giunse in uno dei momenti più turbolenti per quanto concerne la lotta al terrorismo arabo e dopo anni di coordinamento del security desk (l’incarico gli era stato conferito dopo i fatti di Monaco ’72, con l’uccisione di alcuni atleti israeliani da parte dei criminali di Settembre Nero), Shalom si trovò a dover contrastare un gruppo fondamentalista ebraico che aveva pianificato di far esplodere la spianata delle moschee. Un’azione che, se eseguita, avrebbe avuto ripercussioni drammatiche per tutta la regione.
Figura tra le più influenti dell’intera società israeliana, Shalom deve alla sua notorietà anche le ragioni della repentina uscita di scena che seguì la decisione di far uccidere due terroristi catturati dopo un dirottamente di un bus. Notizia divenuta di dominio pubblico anche attraverso alcune immagini diffuse dai media e che, a seguito di un moto di indignazione collettiva, portò alle sue inevitabili dimissioni.
Una testimonianza in prima persona degli anni allo Shin Bet è raccolta nel recente film “The Gatekeepers” (“I Guardiani di Israele”) del regista Dror Moreh.
a.s twitter @asmulevichmoked
(19 giugno 2014)