Una preghiera per la pace

preghieraContinuano a susseguirsi momenti di raccoglimento e riflessione in tutta l’Italia ebraica in memoria di Eyal, Gilad e Naftali, i tre ragazzi israeliani barbaramente uccisi da terroristi palestinesi. In Ghetto Nuovo a Venezia (nell’immagine) pubblica preghiera officiata dal rabbino capo Scialom Bahbout alla presenza del presidente della Comunità ebraica Paolo Gnignati, di numerosi esponenti del Consiglio comunitario e del prefetto Domenico Cuttaia, che ha voluto manifestare alla kehillah lagunare la vicinanza e la solidarietà delle istituzioni.
A Firenze, dove ogni giovedì la Comunità apre le proprie porte alla festa del Balagan Cafè, sospensione di ogni attività artistica, ludica e ricreativa. Per un’ora, quindi, intensa riflessione sui fatti d’attualità attraverso una singolare “Apertura per lutto” decretata dagli organizzatori. “Il Balagàn – sottolineava la Comunità in una nota diffusa a mezzo stampa – è prima di tutto un luogo di incontro: dove una comunità si apre, ascolta e si racconta alla città. Oggi, dopo l’epilogo tragico del rapimento dei tre giovani studenti in Israele, la comunità è ferita, colma di dolore e di angoscia. Perciò restiamo aperti, ma ‘aperti per lutto’: in silenzio, aperti a chi ci vorrà fare visita, per riflettere insieme sul valore della vita: che sia la vita di Eyal, Gilad, Naftali barbaramente trucidati, o la vita delle ragazze nigeriane ancora in mano ai rapitori, o dei trenta che solo l’altro giorno sono morti tentando di raggiungere le nostre rive, ma anche di tutti i morti, di entrambe le parti, che da troppo tempo il conflitto israelopalestinese lascia dietro di sé”.

(4 luglio 2014)