“Non sono un militante”

tramballiRingrazio l’amico Sergio Della Pergola per avere involontariamente creato l’opportunità che ora mi permette di scrivere sul notiziario quotidiano Pagine Ebraiche 24: è un onore parlare ai lettori della stampa ebraica. E sono costernato per ciò che un omonimo di Sergio Della Pergola ha scritto di me in un articolo intitolato “La crociata dei falsari” e pubblicato qualche giorno fa. L’occhiello del commento era “Pilpul”: in realtà, più che spaccare il capello in quattro quel Sergio che non conosco ha usato il napalm.
Ho impiegato un po’ per chiedere ospitalità a Guido Vitale, perché ero deluso. Di solito non rispondo agli insulti e alle minacce: sono infortuni del mestiere che vanno accettati. Ma Sergio per me era speciale: 39 anni fa celebrai a casa sua il mio primo Shabbat. Il tono del suo intervento non rende onore alla cultura, l’intelligenza e l’equilibrio dell’uomo che conosco e seguo da molto tempo.
Sergio mi rimprovera di aver scritto che le tre giovani vittime israeliane erano coloni. Ha ragione: due su tre non lo erano. Non ho verificato ed è colpa mia. Partendo da questo dettaglio Sergio deduce l’assenza di “serietà professionale e lo spessore umano di Tramballi”. Perché dico dettaglio. Perché quel che conta non è dove abitassero ma che fossero lì, nei Territori occupati. Nella mia “odiosa logica” i tre ragazzi erano “normale oggetto di aggressione”. Non è la mia logica ad affermarlo, è la realtà sul campo: anche nell’area “C”, sotto il pieno controllo d’Israele, gli israeliani sono in pericolo perché i palestinesi non accettano la condizione di occupati.
In tutto l’articolo di Sergio, dunque, il problema è il mio errore sulla domiciliazione delle vittime, non l’occupazione. Per me “un israeliano orgoglioso” non sono i coloni ma le autorità militari che hanno messo agli arresti i loro pochi soldati razzisti. Israeliani orgogliosi sono i creatori delle startup, i giornalisti della stampa più libera d’Occidente, i professori che si chiedono quale sia la logica anche demografica di occupare i Territori. Come per esempio fa il Sergio Della Pergola che conosco.
http://ugotramballi.blog.ilsole24ore.com/ è il link sul quale trovate, se volete, il mio articolo incriminato del 21 giugno, “Arriva la terza Intifada”. Anche Sergio non è accurato: non è apparso sul sito cattolico di Bocchescucite, ma sul mio blog di politica internazionale “Slow News”. Nell’immenso mare del web chiunque è libero di riprendere i miei commenti. Spesso lo fa anche Informazione Corretta e non me ne dolgo.
Sul mio blog troverete anche un secondo post sul tema, “Israeliani e palestinesi o la Grande Faida”. Via mail Della Pergola ha criticato anche questo, accusandomi di militanza. Credo che invece il militante sia lui e ha tutto il diritto di esserlo in coerenza con le sue scelte di vita che non contesto affatto. Al contrario, in qualche modo gliele invidio. So che alcuni lettori di PagineEbraiche24 e di Moked la pensano come lui, ma io non sono un militante: cerco solo di capire e possibilmente di spiegare, spesso sbagliando. Non mi riferisco solo al domicilio delle giovani vittime: a volte commetto errori ancora più gravi perché riconosco che israeliani e palestinesi per me sono molto più di un impegno giornalistico. Ma non voglio sembrarvi unilaterale e lacrimoso, come mi accusa di essere Della Pergola.
Sergio è convinto di avere ragione ogni volta che dissente da me. Io no. Nonostante l’autore de “La crociata dei falsari”, resto della mia opinione. Della Pergola rimane per me uno di quegli israeliani con i quali sospetto di avere torto ogni volta che dissento. Alle sue certezze continuo a preferire i miei dubbi. Grazie ancora per l’ospitalità.

Ugo Tramballi, Il Sole 24 Ore

(6 luglio 2014)