…commistioni
“Quien con niños se acuesta… cagado se levanta”. Il concetto di commistione, tanto bene espresso da questo vecchio detto spagnolo, diviene ogni giorno più rilevante nella condizione geopolitica di Israele. In Israele, e in una certa misura nel mondo ebraico, abbiamo sempre sostenuto l’esistenza di una superiorità morale da parte israeliana nei confronti della controparte palestinese. Abbiamo tante volte protestato contro gli atti di barbarie commessi da Hamas, dalle brigate armate dell’OLP, da Jihad, e da Hezbollah. Abbiamo riprovato le stragi di civili eseguite con materiali esplosivi, con armi da fuoco o da taglio. Abbiamo stigmatizzato il fanatismo, l’assenza di pluralismo e l’insensibilità ai diritti civili mondo arabo. Abbiamo denunciato il rapimento dei tre giovani studenti alla fermata di autostop di fronte a Gush Ezion. Abbiamo condannato come espressione di barbarie la così frequente pratica araba della vendetta. E abbiamo sostenuto che da noi queste cose non succedono. Ora, le forme deteriori che abbiamo denunciato nel campo avverso si manifestano anche nella parte ebraica. Siamo passati dal ruolo di vittime pure a quello di compartecipi di faida. A furia di accostarci a Hamas, vi è fra di noi chi è diventato un poco Hamas. Quando la commistione fra le parti aumenta e la differenza diminuisce, alla fine si genera un tutt’uno indistinto e indistinguibile. Anche per questo bisogna provvedere con la massima determinazione e urgenza alla separazione politica delle parti perché non vengano più contaminati i canoni morali e civili della parte nostra – qualunque siano i codici di comportamento della controparte.
Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme
(10 luglio 2014)