#IsraeleDifendeLaPace – Da Gaza a Holon per ritrovare il sorriso

foto bambini“Israele farebbe bene a proporre come propria iniziativa umanitaria la disponibilità a curare nei propri ospedali i feriti civili di parte palestinese, soprattutto i minorenni (non combattenti)” propone il demografo Sergio Della Pergola nel suo intervento su Pagine Ebraiche 24. Un’idea che è stata riferita anche al ministro degli Esteri Federica Mogherini durante il suo incontro con gli italkim ieri al Tempio di Rehov Hillel, suggerendo una possibile mediazione italiana. La cura di pazienti palestinesi negli ospedali israeliani non sarebbe certo una novità: è costante il flusso nelle strutture dello Stato ebraico non soltanto dai Territori palestinesi, ma anche da Gaza (tra i tanti, nelle scorse settimane è stata operata all’Asuta Hospital di Tel Aviv la moglie del presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen Amina, negli scorsi mesi i medici dello Schneider Children’s Medical Center di Petah Tikvah avevano tentato, tristemente invano, di curare Amal, la nipotina di un anno del leader di Hamas, già primo ministro, Ismail Haniyeh, arrivata in Israele in condizione disperata per un’infezione all’apparato digerente). Solo pochi giorni fa, la notizia che l’organizzazione terrorista aveva impedito ad ammalati di Gaza che dovevano essere portati in Israele per essere curati, il passaggio al valico di Erez.
“Non importa da quale parte della mappa politica ti trovi – ha sottolineato Akiva Tamis, a capo del dipartimento pediatrico del Wolfson di Holon (nell’immagine una piccola paziente operata di cuore in questi giorni) – I genitori di questi bambini vogliono solo che vivano”.

(17 luglio 2014)