#IsraeleDifendeLaPace Una veglia per la solidarietà
“Pochi o molti che saremo, saremo quelli che non vogliono confusione ideologica e maleducazione intellettuale, che intendono trasmettere ai giovani europei armati di kefiah e di cattive idee, e di indifferenza verso i martiri, una cosa nuova e bella”. Così, sulla prima pagina del Foglio, il direttore Giuliano Ferrara chiamava ieri a raccolta l’opinione pubblica per partecipare alla veglia in difesa delle ragioni di Israele e dei cristiani perseguitati per la loro fede indetta davanti alla sede del quotidiano.
Un appello recepito da centinaia di romani, ritrovatasi in Lungotevere Sanzio in uno spazio piccolo ma molto partecipato. “Sono tempi difficili, attraversati da molte insidie e ostacoli. Esporsi personalmente e denunciare la minaccia oscurantista del fondamentalismo deve essere l’impegno di tutte le persone di buona volontà affinché la pace e la fratellanza prevalgano sull’odio, la violenza e la discriminazione”. Così il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, intervenuto ieri alla veglia assieme a numerosi rappresentanti delle comunità ebraiche, politici, giornalisti, opinion leader. Sul Foglio oggi in edicola, oltre al suo messaggio di adesione, anche un intervento del coordinatore dei dipartimenti Informazione e Cultura UCEI Guido Vitale.
“Israele vuole la pace, ma per raggiungerla dobbiamo prima procedere alla smilitarizzazione dell’arsenale di Hamas. Ad Abu Mazen chiediamo inoltre di farla finita con questo governo unitario fittizio”, la richiesta dell’ambasciatore d’Israele in Italia Naor Gilon.
Per sottolineare l’opportuno abbinamento della serata il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni ha preso come modello il simbolo della città, quel Colosseo che fu costruito con il tesoro del Tempio di Gerusalemme e che in un secondo momento divenne luogo di martirio per i cristiani: “Le nostre strade sono stato a lungo divise, ma adesso non più. Come abbiamo dimostrato proprio davanti al Colosseo, manifestando per la libertà religiosa con gli amici della Comunità di S.Egidio”.
Incalza Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica: “Quella in corso non è una guerra tra israeliani e palestinesi ma tra israeliani e i terroristi di Hamas. È un aspetto fondamentale da cogliere ma di cui non tutti sembrano avere coscienza”.
A fornire i numeri sul pericolo dell’estremismo islamico su scala globale è stato quindi il presidente del Keren Kayemeth LeIsrael Italia Raffaele Sassun, mentre da David Meghnagi è arrivata una testimonianza sulle opposizioni riscontrate in ambito universitario per coinvolgere nella didattica docenti israeliani.
Tanti gli interventi che si sono susseguiti: dall’ex presidente della Camera Pierferdinando Casini al ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, dal senatore Luigi Compagna all’ex vicedirettore del Corriere della sera Magdi Allam. E ancora, i giornalisti Giulio Meotti e Antonio Socci. Presenti, tra gli altri, anche l’assessore ai rapporti istituzionali della Comunità ebraica di Roma Ruben Della Rocca e il vicepresidente della Comunità di Torino Emanuel Segre Amar.
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(31 luglio 2014)