Tea for two – Estate
Era da un bel po’ che il termine ‘ebreo’ non subiva scossoni di questa portata. Era da un po’ che non tornavo a casa furente di rabbia ed intristita per l’ennesima lite con gli amici. Era da un po’ infine che non si parlava sul serio di liste e proscrizioni, di complotti e banchieri. La domanda che mi faccio da giorni: e se il mondo poi impazzisce per davvero? E se cadesse e ci ritrovassimo tutti giù per terra? L’estate del 2014 verrà ricordata come una delle più angoscianti di tutti i tempi. Preludio inevitabile di un inverno infuocato. Niente hit mania dance estate, ma bollettini di guerra. Foto delle vacanze inframezzate da status su Facebook allarmanti. Mentre nei miei tre giorni di mare alzo la testa e vedo una scia in cielo, non ripeto più ‘mi ama, mi pensa, mi scrive’ ma ‘non sono missili ed io sto prendendo incurante il sole’. Così non faccio a meno di aggrapparmi a 72 ore di cessate il fuoco, sperando che una fata Smemorina, smemorina da più di sessant’anni, faccia un visita laggiù (o lassù, dipende dai punti di vista) e accomodi le cose nel modo più delicato possibile. E poi magari la stessa fata potrebbe fare capolino in Iraq.
Rachel Silvera, studentessa
(11 agosto 2014)