#IsraeleDifendeLaPace – Scintille tra Netanyahu e Obama
Mentre regge la tregua di cinque giorni tra Israele e Hamas, i rapporti – mai idilliaci – tra il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente degli Stati Uniti tornano a farsi tesi. Secondo quando riporta il Wall Street Journal, la Casa Bianca ha istruito il Pentagono e le autorità militari americane di bloccare il trasferimento di un carico di missili, richiesti da Israele nel corso dell’operazione Margine Protettivo nella Striscia di Gaza. A motivare la decisione americana, afferma il quotidiano, la “costernazione dei funzionari della Casa Bianca” nello scoprire la poca influenza ricoperta da Washington nelle decisioni legate al trasferimento di armamenti a Israele. Gli uomini della Studio Ovale e del Dipartimento di Stato americano sembra abbiano ordinato di verificare d’ora in avanti ciascuna richiesta di forniture militari proveniente da Gerusalemme. Sembra inoltre, stando alle parole di funzionari americani, che negli scorsi giorni ci sia sta una telefonata “particolarmente combattiva” – queste le parole riportate dal Wall Street Journal – tra Obama e Netanyahu.
A versare acqua sulle scintille tra i due leader, l’ambasciatore israeliano negli Usa Ron Dormer che smentisce la crisi di rapporti tra i due governi. “Apprezziamo profondamente il supporto, sia dell’amministrazione Obama sia del Congresso, ricevuto durante il recente conflitto a Gaza rispetto al diritto di Israele di difendersi e al finanziamento del sistema antimissile Iron Dome”, ha dichiarato l’ambasciatore.
“Oggi, molti funzionari dell’amministrazione (americana) dicono che il conflitto di Gaza – il terzo tra Israele e Hamas in meno di sei anni – li ha convinti dell’inaffidabilità e avventatezza di Netanyahu e del tuo gabinetto di sicurezza nazionale”, scrive il Wsj. “Dall’altra parte – continua l’articolo – i funzionari israeliani descrivono l’amministrazione Obama come debole e ingenua, e fanno quanto possibile per bypassare la Casa Bianca in favore degli alleati al Congresso e altrove nell’amministrazione”.
I rapporti tra Netanyahu e Obama sembrano dunque di nuovo alle strette. “È un trend preoccupante e non possiamo permettere che continui”, ha affermato il ministro delle Finanze Yair Lapid. “Le nostre relazioni con gli Stati Uniti sono strategiche e vanno mantenute”, ha ribadito il ministro, concludendo – riferendosi al finanziamento americano del sistema Iron Dome – che “a volte dobbiamo solo dire grazie e assicurarci che i nostri rapporti con gli Usa rimangano forti”In ogni caso i rapporti diplomatici tra i due paesi continuano, come dimostra la conversazione intercorsa oggi tra il ministro della Difesa israeliano Moshe Yaalon e il segretario della Difesa Usa Chuck Hagel. Yaalon ha aggiornato il collega americano sullo stato dei colloqui del Cairo. In Egitto, nulla sembra realmente, al meno per il momento, muoversi con le parti ancora distanzi sui termini dell’accordo per terminare le ostilità. Ed è una tregua duratura quella che invocano a gran voce gli organizzatori della manifestazione prevista per questa sera a Tel Aviv. Migliaia di persone, infatti, si riuniranno oggi in Piazza Rabin per dimostrare la propria solidarietà alla popolazione del Sud di Israele. La pioggia costante di missili da Gaza ne sta mettendo a dura la resistenza, sia psicologica quanto economica. Il ritorno alla normalità è quanto chiedono gli organizzatori della manifestazione. Sul palco saliranno i leader delle municipalità del Sud del paese così come residenti delle città vicine al confine con la Striscia. Sperando che la tregua regga. Cosa che non è accaduta ieri, quando al termine delle 72 ore di cessate il fuoco, Hamas ha ripreso le ostilità, lanciando razzi contro Israele. Un attacco, a cui è seguita la risposta di Tzahal, arrivato proprio mentre si decideva per l’estensione di altri cinque giorni della tregua.
Daniel Reichel
(14 agosto 2014)