Oltremare – “La merenda”
Se ogni società ha dei leitmotiv o delle piccole ossesioni, quella israeliana, essendo largamente ebraica, ha sicuramente quella del cibo. Che inizia in tutte le famiglie al mattino presto, quando si preparano i “sandwichim” (sic) per i figli, prima di spedirli a scuola. Cruccio di tutti i genitori, fonte di litigi infernali a casa e di competitività fra famiglie, perchè i ragazzi che arrivano a scuola con il sandwich “giusto” ovviamente ne fanno uno status, e gli altri incassano. Anche lì emergono le origini delle famiglie, che si portano dietro abitudini alimentari così diverse da fare il giro del mondo. Poi mica solo i bambini aprono ogni giorno quei contenitori di plastica: anche i genitori spesso se ne portano uno in ufficio. Ma in ufficio è più rara la competizione e al cibo si da meno importanza: da adulti, anche se non è il mangiare preferito lo si butta giù come combustibile e si ritorna al lavoro.
Bisognerebbe fare un progetto fotografico: una foto al giorno di tutte le merende di un campione di dieci classi, per un mese. Fra ripetitività e sorprese, sarebbe davvero interessante vedere come la cultura così prevalente del cibo si dipana nel quotidiano. Oppure no, meglio evitare le fotografie (che tutti ne fanno troppe, ormai), anche per non esporre la parte meno edificante dei “sandwichim”: quella che mette a nudo le differenze di classe, come si sarebbe detto una volta. Per lo stesso motivo per cui i grembiulini stanno (ancora oggi) a unificare il vestiario dei bambini, la merenda o pranzo invece espone le possibilità economiche delle famiglie in modo lampante. E non sarà un caso, se in Israele fioriscono iniziative no-profit che portano migliaia di merende ogni giorno nelle scuole in cui alcuni (troppi) bambini sono meno uguali degli altri, e senza i provvidenziali pacchetti recapitati da queste organizzazioni, non avrebbero “sandwichim” affatto. Ma come, lo stato non provvede per le famiglie bisognose? In parte, ma si appoggia sempre di più sulle no-profit, che lavorano bene e non pesano sul bilancio annuale dei ministeri.
Daniela Fubini
(17 novembre 2014)