Israele – A Eilat, ambiente minacciato
Uno dei disastri ambientali più gravi della storia di Israele. Così il ministro dell’Ambiente Guy Samet ha definito l’incidente che nella notte ha causato il versamento di migliaia di metri cubi di petrolio greggio nel deserto a Sud di Israele. La perdita si è verificata nella notte e ha interessato una sezione dell’oleodotto che trasporta il petrolio da Eilat, sul mar Rosso, ad Ashkelon, sul Mediterraneo. Ottanta le persone trattate in ospedale per problemi respiratori causati dalla fuoriuscita, per lo più cittadini giordani. Le autorità israeliane hanno temporaneamente bloccato il traffico verso il sud del paese. La macchia di petrolio si allunga per qualche chilometro nel deserto, ma i danni ambientali devono ancora essere valutati. La perdita è avvenuta nei dintorni di Beer Ora, una ventina di chilometri a nord di Eilat, vicino alla frontiera con la Giordania. “Il petrolio ha raggiunto la riserva naturale di Evrona causando seri danni alla flora e alla fauna – ha dichiarato il ministro Samet – Ci vorranno mesi, forse anni per recuperare la situazione… Questo è uno dei casi più gravi di inquinamento mai avvenuti in Israele. Abbiamo ancora difficoltà nel fare una stima della contaminazione”. Una disastro ambientale, dunque, che si va ad aggiungere a una situazione politica complicata, con lo scioglimento ieri del parlamento israeliano e l’annuncio di elezioni anticipate previste per il prossimo 17 marzo. A preoccupare poi, il fronte della sicurezza interna, con l’ennesimo atto terroristico che ieri ha visto un ragazzo palestinese accoltellare due israeliani in un supermercato di Maaleh Adumim.
L’attentatore, un sedicenne di al-Azariya, villaggio nella West Bank, è stato fermato da una guardia di sicurezza fuori servizio dell’ufficio del primo ministro israeliano, che si trovava nel supermercato. L’uomo ha estratto la pistola dopo che aver intimato all’aggressore di fermarsi e ha poi esploso un colpo mentre questi tentava la fuga. Il ragazzo palestinese è rimasto ferito ad una gamba ed è stato portato in ospedale mentre altri due uomini sono stati fermati nei pressi del supermercato, ritenuti coinvolti nell’attentato. Due ore dopo l’attacco l’esercizio ha ripreso la sua regolare attività. Sotto schock i dipendenti, sia arabi che ebrei, afferma ynet. “Alcune persone hanno interesse a rovinare la coesistenza ma noi non li lasceremo vincere”, ha affermato il titolare della catena di supermercati Rami Levi. “Lavoro qui da dieci anni e qui ebrei e arabi sono come una famiglia. Vedo gli stessi clienti ogni giorno e li conosco meglio che la mia stessa famiglia – ha affermato uno degli impiegati, Mohammed Ibrahim – Non credo che ciò danneggerà i nostri rapporti. Le persone sono abbastanza intelligenti da capire che non tutti sono uguali”.
Daniel Reichel
(4 dicembre 2014)